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Roma

Benedetto XVI e la “luce del mondo”

Lo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa, l'omosessualità, i rapporti con il mondo musulmano e con l'ebraismo, il ruolo della donna nella Chiesa. Nei diciotto capitoli dell'atteso libro che raccoglie la conversazione con il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald, il Papa risponde ai più scottanti interrogativi del mondo attuale

di Rita SALERNO Redazione

23 Novembre 2010

Edito in italiano dalla Libreria Editrice Vaticana, esce oggi in contemporanea in altre lingue Luce del mondo, libro-conversazione di Benedetto XVI con il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald.
Dopo due libri-intervista con Seewald quando era ancora cardinale, Ratzinger è tornato a conversare con il giornalista tedesco a cominciare dai sentimenti provati il giorno dell’elezione alla Cattedra di Pietro. Nel primo capitolo del volume, intitolato “I Papi non cadono dal cielo”, Benedetto XVI ricorda che era «sicurissimo» che non avrebbe ricevuto questa enorme responsabilità. Tuttavia, osserva che fin dalla sua ordinazione sacerdotale si è sempre affidato alla volontà del Signore, anche quando era diversa dalla sua. «Non posso scegliere quello che voglio. Alla fine devo lasciarmi guidare».
Il Santo Padre, scrive il giornalista nella premessa del libro, non si è sottratto ad alcuna domanda, né «ha modificato la parola pronunciata, ma apportato solo piccole correzioni», a «vantaggio dell’esattezza». Diciotto capitoli raggruppati in tre parti – “I segni dei tempi”, “Il pontificato”, “Verso dove andiamo” – che offrono al lettore un dialogo franco e diretto in cui il Pontefice risponde a domande di ogni genere, da temi leggeri come il suo stile di vita e i suoi film preferiti a questioni fondamentali per la vita della Chiesa e dell’uomo del nostro tempo.
Come lo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa. «I fatti – afferma – non mi hanno colto di sorpresa del tutto». Ma, riconosce, «le dimensioni comunque furono uno shock enorme». E vedere «il sacerdozio improvvisamente insudiciato in questo modo e con ciò la stessa Chiesa cattolica è stato difficile da sopportare». Era evidente, rileva, che «l’azione dei media non fosse guidata solamente dalla pura ricerca della verità», ma che vi fosse il tentativo di screditare la Chiesa. E tuttavia, prosegue, «sin tanto che si tratta di portare alla luce la verità, dobbiamo essere riconoscenti».
Ampio spazio è dedicato al rapporto con l’ebraismo. «Sin dal primo giorno dei miei studi teologici – rammenta – mi è stata in qualche modo chiara la profonda unità tra Antica e Nuova Alleanza». Poi, prosegue, «quanto accaduto nel Terzo Reich ci ha colpito come tedeschi e tanto più ci ha spinto a guardare al popolo d’Israele con umiltà, vergogna e amore». Torna poi sul cambio dell’antica liturgia, laddove gli ebrei si sentivano feriti: «L’ho modificata – spiega – in modo tale che vi fosse contenuta la nostra fede, ovvero che Cristo è salvezza per tutti», ma anche «in modo tale che non si pregasse direttamente per la conversione degli ebrei in senso missionario, ma perché il Signore affretti l’ora storica in cui noi tutti saremo uniti».
Tra i tanti argomenti affrontati nelle 284 pagine del libro, anche il ruolo della donna nella Chiesa. Il Papa, riecheggiando Giovanni Paolo II, ribadisce che la Chiesa «non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale». Tra l’altro, aggiunge, «le funzioni affidate alle donne nella Chiesa sono talmente grandi e significative che non può parlarsi di discriminazione».
E a proposito dell’omosessualità, il Papa dice che è «una grande prova» di fronte alla quale una persona può trovarsi, «così come una persona può dovere sopportare altre prove», ma «non per questo moralmente giusta». Benedetto XVI sottolinea inoltre che gli omosessuali vanno rispettati come persone che «non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze. Il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo. E tuttavia – osserva il Papa – il senso profondo della sessualità è un altro. Si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini, che l’evoluzione ha generato la sessualità al fine della riproduzione». Edito in italiano dalla Libreria Editrice Vaticana, esce oggi in contemporanea in altre lingue Luce del mondo, libro-conversazione di Benedetto XVI con il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald.Dopo due libri-intervista con Seewald quando era ancora cardinale, Ratzinger è tornato a conversare con il giornalista tedesco a cominciare dai sentimenti provati il giorno dell’elezione alla Cattedra di Pietro. Nel primo capitolo del volume, intitolato “I Papi non cadono dal cielo”, Benedetto XVI ricorda che era «sicurissimo» che non avrebbe ricevuto questa enorme responsabilità. Tuttavia, osserva che fin dalla sua ordinazione sacerdotale si è sempre affidato alla volontà del Signore, anche quando era diversa dalla sua. «Non posso scegliere quello che voglio. Alla fine devo lasciarmi guidare».Il Santo Padre, scrive il giornalista nella premessa del libro, non si è sottratto ad alcuna domanda, né «ha modificato la parola pronunciata, ma apportato solo piccole correzioni», a «vantaggio dell’esattezza». Diciotto capitoli raggruppati in tre parti – “I segni dei tempi”, “Il pontificato”, “Verso dove andiamo” – che offrono al lettore un dialogo franco e diretto in cui il Pontefice risponde a domande di ogni genere, da temi leggeri come il suo stile di vita e i suoi film preferiti a questioni fondamentali per la vita della Chiesa e dell’uomo del nostro tempo.Come lo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa. «I fatti – afferma – non mi hanno colto di sorpresa del tutto». Ma, riconosce, «le dimensioni comunque furono uno shock enorme». E vedere «il sacerdozio improvvisamente insudiciato in questo modo e con ciò la stessa Chiesa cattolica è stato difficile da sopportare». Era evidente, rileva, che «l’azione dei media non fosse guidata solamente dalla pura ricerca della verità», ma che vi fosse il tentativo di screditare la Chiesa. E tuttavia, prosegue, «sin tanto che si tratta di portare alla luce la verità, dobbiamo essere riconoscenti».Ampio spazio è dedicato al rapporto con l’ebraismo. «Sin dal primo giorno dei miei studi teologici – rammenta – mi è stata in qualche modo chiara la profonda unità tra Antica e Nuova Alleanza». Poi, prosegue, «quanto accaduto nel Terzo Reich ci ha colpito come tedeschi e tanto più ci ha spinto a guardare al popolo d’Israele con umiltà, vergogna e amore». Torna poi sul cambio dell’antica liturgia, laddove gli ebrei si sentivano feriti: «L’ho modificata – spiega – in modo tale che vi fosse contenuta la nostra fede, ovvero che Cristo è salvezza per tutti», ma anche «in modo tale che non si pregasse direttamente per la conversione degli ebrei in senso missionario, ma perché il Signore affretti l’ora storica in cui noi tutti saremo uniti».Tra i tanti argomenti affrontati nelle 284 pagine del libro, anche il ruolo della donna nella Chiesa. Il Papa, riecheggiando Giovanni Paolo II, ribadisce che la Chiesa «non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale». Tra l’altro, aggiunge, «le funzioni affidate alle donne nella Chiesa sono talmente grandi e significative che non può parlarsi di discriminazione».E a proposito dell’omosessualità, il Papa dice che è «una grande prova» di fronte alla quale una persona può trovarsi, «così come una persona può dovere sopportare altre prove», ma «non per questo moralmente giusta». Benedetto XVI sottolinea inoltre che gli omosessuali vanno rispettati come persone che «non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze. Il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo. E tuttavia – osserva il Papa – il senso profondo della sessualità è un altro. Si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini, che l’evoluzione ha generato la sessualità al fine della riproduzione».