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Pemio Combi

Alcuni giovani di alto profilo che hanno avuto un riconoscimento

La soddisfazione di mons. Claudio Stercal per la qualità raggiunta in questa prima edizione dell'iniziativa in memoria del suo predecessore all'Istituto superiore di scienze religiose e come vicario per gli Affari economici della diocesi. Prevista anche la seconda edizione

di Annamaria BRACCINI Redazione

30 Novembre 2010

«E’ un premio che vuole coniugare alcuni ambiti cari e peculiari della nostra identità di credenti e che si inseriscono a pieno nel cammino della Chiesa ambrosiana. Penso all’attenzione per il mondo giovanile, alla concretezza presente nei progetti presentati, all’alto profilo che, pur nella diversità, li ha nel complesso qualificati». Monsignor Claudio Stercal, è soddisfatto quando parla dell’iniziativa intitolata alla memoria di monsignor Ernesto Combi, che nella prima edizione ha concluso il suo iter con due progetti premiati ex-equo. E d’altra parte, basterebbe scorrere il titolo scelto per il Premio che lega i due termini «realizzazione» e «buona idea evangelica», per comprendere cosa intenda monsignor Stercal, che in qualità di preside dell’Istituto superiore di scienze religiose di Milano e di vicario per gli Affari economici della Diocesi, è successore di mons. Combi che ricoprì anch’egli entrambi gli incarichi.
«La nostra idea è stata quella di valorizzare anzitutto le idee dei giovani – che esistono e sono molte – per ricordare un educatore come Ernesto Combi. Dunque, non semplicemente una memoria rivolta al passato, ma al presente e al futuro, attraverso l’incoraggiamento di chi si apre alla vita adulta, al mondo dello studio e del lavoro, portando il proprio contributo alla costruzione della comunità civile».
Quindi, uno sguardo anche rivolto alla società?
Senza dubbio. I valori del Vangelo sono immediatamente inseriti nella società, ne sono per così dire il "risvolto buono", e incentivare un efficace progetto di valenza evangelica, credo che significhi contribuire a elevare il livello complessivo della convivenza di tutti noi. Non a caso sono state tre le indicazioni specifiche che abbiamo posto nel bando: l’effettivo riferimento a uno dei grandi valori evangelici, l’offrire un reale e originale contributo alla vita civile, la possibilità di sostenersi economicamente.
E la risposta dei più giovani com’è stata? Insomma, vi aspettavate, come Commissione, di più o di meno?
La risposta è stata discreta, anzi, la definirei senz’altro buona. Sono ben 35 i progetti che ci sono pervenuti con elaborati che testimoniano la voglia di mettersi in gioco e di esporsi di questi ragazzi. Alcuni dei lavori sono inediti, altri fanno riferimento anche a realtà che sono già in essere e ciò ha avuto un’ulteriore ricaduta che mi pare importante sottolineare, perché ci ha permesso di conoscere iniziative, magari poco note perché periferiche, ma assolutamente meritevoli. Ci è sembrata quindi una buona idea, a prescindere dal Premio stesso, chiedere a coloro che hanno partecipato o parteciperanno, indicazioni relative a progetti concretizzati sul territorio su cui informare un pubblico più vasto.
Ci sarà una seconda edizione del Premio Combi?
Certamente. Non lo nascondo: a noi, come promotori (Issr e Fondazione Lambriana) e come Commissione giudicante (della quale facevano parte, oltre a me, il preside Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, monsignor Franco Giulio Brambilla; il rettore dei Seminari della Diocesi, monsignor Peppino Maffi; il rappresentante del rettore dell’Università cattolica, monsignor Sergio Lanza, assistente generale Uc) ha fatto particolarmente piacere sottolineare che la Chiesa ha attenzione per tutti i giovani, sia per chi ha bisogno di sostegno, sia per chi è brillante. A gennaio proporremo un secondo bando, ampliando gli ambiti prescelti con la sezione "a tema libero", per dare il maggiore spazio possibile alla creatività tipica della gioventù, e al contempo, segnalando alcuni temi, che potrebbero essere la famiglia o l’arte, all’interno di contesti e percorsi specificatamente tematici. «E’ un premio che vuole coniugare alcuni ambiti cari e peculiari della nostra identità di credenti e che si inseriscono a pieno nel cammino della Chiesa ambrosiana. Penso all’attenzione per il mondo giovanile, alla concretezza presente nei progetti presentati, all’alto profilo che, pur nella diversità, li ha nel complesso qualificati». Monsignor Claudio Stercal, è soddisfatto quando parla dell’iniziativa intitolata alla memoria di monsignor Ernesto Combi, che nella prima edizione ha concluso il suo iter con due progetti premiati ex-equo. E d’altra parte, basterebbe scorrere il titolo scelto per il Premio che lega i due termini «realizzazione» e «buona idea evangelica», per comprendere cosa intenda monsignor Stercal, che in qualità di preside dell’Istituto superiore di scienze religiose di Milano e di vicario per gli Affari economici della Diocesi, è successore di mons. Combi che ricoprì anch’egli entrambi gli incarichi.«La nostra idea è stata quella di valorizzare anzitutto le idee dei giovani – che esistono e sono molte – per ricordare un educatore come Ernesto Combi. Dunque, non semplicemente una memoria rivolta al passato, ma al presente e al futuro, attraverso l’incoraggiamento di chi si apre alla vita adulta, al mondo dello studio e del lavoro, portando il proprio contributo alla costruzione della comunità civile».Quindi, uno sguardo anche rivolto alla società?Senza dubbio. I valori del Vangelo sono immediatamente inseriti nella società, ne sono per così dire il "risvolto buono", e incentivare un efficace progetto di valenza evangelica, credo che significhi contribuire a elevare il livello complessivo della convivenza di tutti noi. Non a caso sono state tre le indicazioni specifiche che abbiamo posto nel bando: l’effettivo riferimento a uno dei grandi valori evangelici, l’offrire un reale e originale contributo alla vita civile, la possibilità di sostenersi economicamente.E la risposta dei più giovani com’è stata? Insomma, vi aspettavate, come Commissione, di più o di meno?La risposta è stata discreta, anzi, la definirei senz’altro buona. Sono ben 35 i progetti che ci sono pervenuti con elaborati che testimoniano la voglia di mettersi in gioco e di esporsi di questi ragazzi. Alcuni dei lavori sono inediti, altri fanno riferimento anche a realtà che sono già in essere e ciò ha avuto un’ulteriore ricaduta che mi pare importante sottolineare, perché ci ha permesso di conoscere iniziative, magari poco note perché periferiche, ma assolutamente meritevoli. Ci è sembrata quindi una buona idea, a prescindere dal Premio stesso, chiedere a coloro che hanno partecipato o parteciperanno, indicazioni relative a progetti concretizzati sul territorio su cui informare un pubblico più vasto.Ci sarà una seconda edizione del Premio Combi?Certamente. Non lo nascondo: a noi, come promotori (Issr e Fondazione Lambriana) e come Commissione giudicante (della quale facevano parte, oltre a me, il preside Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, monsignor Franco Giulio Brambilla; il rettore dei Seminari della Diocesi, monsignor Peppino Maffi; il rappresentante del rettore dell’Università cattolica, monsignor Sergio Lanza, assistente generale Uc) ha fatto particolarmente piacere sottolineare che la Chiesa ha attenzione per tutti i giovani, sia per chi ha bisogno di sostegno, sia per chi è brillante. A gennaio proporremo un secondo bando, ampliando gli ambiti prescelti con la sezione "a tema libero", per dare il maggiore spazio possibile alla creatività tipica della gioventù, e al contempo, segnalando alcuni temi, che potrebbero essere la famiglia o l’arte, all’interno di contesti e percorsi specificatamente tematici. – – Musica per ragazzi sordi