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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Ucraina

«Il Cremlino ha armato l’informazione»

La guerra si fa con carri armati, bombe e persino con le fake news. Le contromosse della Commissione europea

di Irene GiuntellaAgensir

9 Marzo 2022
Distribuzione di aiuti umanitari a Kharkiv (Foto Chiesa greco-cattolica ucraina)

Le fake news diffuse da siti pro-Cremlino sono macchine da guerra della Russia. L’Ue risponde con la sospensione di Sputnik e Russia Today in Europa. «Tempi straordinari richiedono misure straordinarie. Noi tutti sosteniamo la libertà di parola, ma non si può abusarne per diffondere la propaganda di guerra», spiega in una dichiarazione condivisa con il Sir la vicepresidente della Commissione, con delega ai valori e la trasparenza, Vera Jourova.

La “macchina” di Putin

«Il Cremlino ha armato l’informazione. La disinformazione fa parte della dottrina militare russa e lo stesso vale per le operazioni di influenza straniera. Questo è il motivo per cui le sanzioni prendono di mira le aziende al centro della macchina di propaganda del Cremlino. Le sanzioni sono una misura forte come parte di un più ampio pacchetto di strumenti per affrontare la disinformazione russa in modo globale, con tutti gli attori interessati. L’Ue è unita all’Ucraina contro la guerra di Putin», aggiunge Jourova.

Disinformazione e sanzioni

Come annunciato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, l’Unione europea ha adottato sanzioni contro i siti di disinformazione Rt – Russia Today e Sputnik. A partire dal 2 marzo, la loro diffusione nell’Ue è stata sospesa.

«Si tratta di una misura eccezionale, mirata e temporanea, presa in un contesto molto specifico e senza precedenti», spiega un portavoce della Commissione Europea al Sir. In particolare, le sanzioni dell’Ue riguardano «tutti i mezzi di trasmissione e distribuzione, via cavo, satellite, Iptv, piattaforme, siti web e app. Tutte le relative licenze, autorizzazioni e accordi di distribuzione sono sospesi. Queste misure riguardano tutti gli Stati membri dell’Ue e sono direttamente applicabili immediatamente. “La propaganda sponsorizzata dallo Stato e la disinformazione diffusa da Russia Today e Sputnik sono uno strumento essenziale e strumentale per portare avanti e sostenere l’aggressione della Russia contro l’Ucraina», spiega il portavoce. Ciò costituisce una minaccia significativa e diretta all’ordine pubblico e alla sicurezza dell’Ue.

Sospesi Russia Today e Sputnik

«Data la gravità della situazione, e in risposta alle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina, era necessario, e coerente con i diritti e le libertà fondamentali, sospendere le attività di Russia Today e Sputnik nell’Unione europea – sottolinea il portavoce -. Entrambi i siti fanno parte di uno sforzo coordinato di manipolazione delle informazioni da parte del governo russo che include la disinformazione, come documentato dal 2015 dalla task force East StratCom del Servizio europeo per l’azione esterna. Questa misura prende di mira il nucleo della macchina di disinformazione e aggressione, vale a dire Rt (Russia Today), comprese le sue varie versioni linguistiche, e Sputnik», dichiara. All’elenco dei siti colpiti dalle sanzioni potranno aggiungersene altri.

Attuare le sanzioni

«Tuttavia la priorità in questo momento è l’attuazione rapida ed efficace della sanzione adottata. Stiamo svolgendo un’ampia azione di sensibilizzazione per garantire che tutti gli operatori economici che rientrano nel campo di applicazione della misura la rispettino. Spetterà agli operatori economici prendere le misure necessarie per la cessazione pratica di queste attività e agli Stati membri applicare le sanzioni». Queste sanzioni devono essere «efficaci, proporzionate e dissuasive».

La Commissione è in costante contatto con i regolatori nazionali. Il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, ha inviato una lettera al presidente del Berec, l’organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche, spiegando le sanzioni e ricordando agli operatori l’eccezione contenuta nel regolamento “Open Internet” che per la gestione del traffico permette il blocco di alcuni contenuti. Misura che è «pienamente applicabile» per i contenuti coperti dalle sanzioni.

Coinvolti i giganti del web

Negli ultimi giorni Jourova e Breton hanno scritto a Twitter, Google e Youtube, Meta, TikTok, Apple, Microsoft per esortarli a prendere «tutte le misure necessarie per attuare questa sanzione in modo rapido, completo ed efficiente, evitando qualsiasi scappatoia». I commissari esortano le piattaforme a «considerare l’adattamento delle loro politiche […] in previsione dell’approccio basato sul rischio che è al centro del prossimo Digital Services Act». Entrambi invitano i giganti del web a prendere «misure proattive per fornire a tutti gli utenti informazioni affidabili e in tempo reale».

Ma allo stesso tempo si sono sollevate diverse critiche rispetto al pluralismo dei media o la libertà di espressione. «C’è una differenza fondamentale tra censura e sanzioni». Il valore «della libertà di espressione è di fondamentale importanza. Ma questa sanzione non riguarda la censura delle opinioni», chiarisce il portavoce. Bisogna guardare agli «strumenti che vengono utilizzati in modo sistematico e coordinato in questa guerra. Russia Today e Sputnik sono essenziali e strumentali nel portare avanti e sostenere l’aggressione della Russia contro l’Ucraina». Questi due siti rappresentano quindi «una parte dello sforzo bellico dell’apparato statale russo in Ucraina». Entrambi «stanno promuovendo punti di vista su questo conflitto che sono interamente controllati dall’apparato russo, dallo Stato russo, e quindi non rappresentano in alcun modo i media che cercano di fornire una copertura equilibrata delle notizie». Tutto questo «costituisce una minaccia significativa e diretta all’ordine pubblico e alla sicurezza dell’Ue». E quindi, «in questo contesto, stiamo prendendo misure non contro i media liberi, stiamo prendendo misure contro i canali di propaganda. Questa è la differenza», precisa il portavoce della Commissione.

Propaganda, non informazione

Negli ultimi anni, Stratcom ha documentato un gran numero di fake news diffuse da questi siti, «oltre 13.600 casi in questo momento», conferma il portavoce.

In Ucraina Russia Today è stato messo al bando dal 2014, in Germania non ha mai ottenuto licenza e l’Associazione dei giornalisti tedeschi nel 2019 lo definiva «uno strumento di propaganda del Cremlino» e «non un media».

Anche il Lussemburgo gli ha negato licenza. In Estonia, Lituania e Lettonia è stato vietato. Negli Usa il sito è indicato come un «agente estero». Le autorità del Regno Unito lo hanno definito «fuorviante», lo hanno multato e avviato almeno quindici investigazioni sulla sua «imparzialità». Infine, anche la Francia ha espresso forti preoccupazioni su Russia Today.