Dodici studenti palestinesi sono stati accolti all’Università degli Studi di Milano grazie a un corridoio universitario creato per permettere a giovani, borsisti e ricercatori di lasciare la Striscia di Gaza e proseguire la loro formazione in Italia.
L’iniziativa nasce da un bando della Conferenza dei rettori delle università italiane, che ha visto la partecipazione di quasi 4.000 studenti palestinesi. La Statale ha selezionato dieci borse iniziali, poi aumentate a trenta, privilegiando i candidati più giovani e garantendo una significativa presenza femminile. Il primo gruppo è composto da otto ragazzi e quattro ragazze, quasi tutti nati nel 2005.
Il loro arrivo è stato estremamente complesso: sotto il fuoco dei bombardamenti israeliani, con la mediazione della Farnesina, della Croce Rossa e dei diplomatici a Gerusalemme e Amman, sono riusciti a lasciare Gaza e raggiungere Amman prima di partire per Milano.
All’Università, gli studenti ricevono supporto accademico e psicologico per far fronte ai traumi della guerra: la maggior parte studierà medicina, seguendo la tradizione di aiuto negli ospedali da campo, o economia, con l’obiettivo di contribuire alla ricostruzione di Gaza.

Studenti come Hisham Ahmed Abu Lila e Mohammed Rafaat Jouda raccontano di aver vissuto momenti drammatici, tra la perdita delle case, lunghe code per acqua e cibo e spostamenti forzati. Nonostante la fragilità del cessate il fuoco, restano concentrati sul futuro: vogliono tornare a Gaza per ricostruire il loro Paese, offrire opportunità di lavoro e colmare la mancanza di medici, ingegneri e insegnanti. La comunità universitaria e l’Italia li hanno accolti calorosamente, trasformando questo percorso di studio in un’occasione di speranza per il futuro del popolo palestinese.
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