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La Chiesa della parrocchia di Santo Stefano presentava evidenti segni di degrado; il necessario e consistente restauro è stato reso possibile grazie alla generosità del bardellese Giorgio Roncari (1944 – 2017)

don Marco LONGONI

Santo-Stefano-in-Bardello

Tra il 2018 e il 2020 la chiesa parrocchiale di Bardello, nel decanato di Besozzo (VA), ha conosciuto un importante intervento di restauro che in tre fasi successive ha interessato sia l’interno che l’esterno dell’edificio: la Chiesa, dedicata a santo Stefano Protomartire, presentava infatti evidenti segni di degrado sia nella struttura che nell’apparato decorativo. L’intervento è stato reso possibile dalla provvidenziale e generosa donazione del bardellese Giorgio Roncari (1944 – 2017).

Il presente volume è il frutto di questo intervento ed è un lavoro a quattro mani: una prima parte, più storica, curata dal parroco di Bardello, don Marco Longoni; la seconda parte, più tecnica, è costituita dalla relazione di fine lavori del restauratore Gianmaria Manvati, titolare della ditta “La Maddalena” di Chiasso che ha eseguito l’intervento; la relazione è corredata da un’ampia documentazione fotografica che riporta le diverse fasi dell’intervento. Il medesimo restauratore Manvati ha curato la pubblicazione.

Il lavoro di restauro ha richiesto un approfondimento della storia dell’edificio: così si sono cercate notizie sulla Chiesa e sui lavori realizzati in passato nell’Archivio Parrocchiale e presso l’Archivio Storico Diocesano di Milano. Col passare del tempo, il materiale iniziava ad essere piuttosto consistente: si è pensato allora di non perdere le informazioni raccolte. Senza la pretesa di completezza e senza l’intenzione di produrre una storia di Bardello, si è messo insieme con un po’ di ordine quanto trovato e, in qualche caso, si è cercato di trarre qualche conclusione.

Nella prima parte si trova dunque la ricostruzione in ordine cronologico dell’evoluzione dell’edificio chiesa, del campanile e delle sue campane e dell’organo; vi sono poi due curiosità (la questione della Dedicazione della Chiesa e il rapporto tra la parrocchia di Bardello e la località di Olginasio); infine, sono riportati l’elenco dei parroci di Bardello e le relazioni di alcune visite pastorali a Bardello degli Arcivescovi di Milano (trascrizione dell’originale latino e relativa traduzione in italiano).

Nella seconda parte, come detto, è riportata la relazione di fine lavori del responsabile della ditta che ha eseguito l’intervento.

I lavori di restauro hanno riservato due notevoli sorprese. Innanzitutto il Battistero (la prima cappella alla sinistra di chi entra): sotto numerosi strati di pittura, si è trovata un’antica decorazione in affresco raffigurante una Madonna con Bambino circondata alcuni angeli, il tutto inserito in una finta architettura con effetto prospettico. In secondo luogo, nello stretto spazio tra due lesene a destra dell’accesso al presbiterio, si è scoperto quel che resta di un antico affresco di una Madonna della Rosa: si tratta di una bellissima Madonna in trono, con ricco mantello in broccato, i capelli sciolti, con una rosa bianca nella mano destra e sulla sinistra Gesù Bambino (di cui però si vedono soltanto un piede e un gomito).

L’abbondante materiale ritrovato negli archivi unito a quanto emerso nelle varie fasi dell’intervento di restauro ha permesso di ricostruire un quadro piuttosto preciso dello sviluppo della chiesa parrocchiale di Bardello dal XVI secolo fino ad oggi.

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