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Persone nelle loro storie e nella storia, cristallizzate tra le pagine ingiallite del tempo...

di Mirko Guardamiglio

San-Marco-di-Milano

Nella consapevolezza che scrivere libri di storia significare tentare di ricostruire il senso degli eventi passati nei limiti delle capacità e delle possibilità umane suggeriamo la lettura del testo della Porcu rimanendo incuriositi dalla sua dichiarazione d’intenti:

«In ognuna ho lasciato la mia fatica, ma anche la gioia di aver potuto far rivivere, attraverso atti inediti persone semplici come il contadino che nell’ultimo quarto del Settecento prende in affitto l’ortaglia e la vigna a Porta Nuova del monastero di San Marco. I monaci stessi dell’ordine agostiniano. Avvocati, notai, e causidici. Ortolani e calzolai. E tanta povera gente. Ma anche qualche personaggio come Luciano Bonaparte. La sua famiglia. E la piccola figlia Letizia, nata a Milano, nella Cura di San Marco, mentre Napoleone a Parigi si incoronava imperatore. E Andrea Appiani, il celebre artista, che aveva immortalato Napoleone sul ponte di Lodi con il suo magistrale talento di pittore. Come immortalato aveva nei ritratti richiestissimi molti nobili e borghesi del periodo. In questo mio libro lo si può vedere mentre conclude il contratto di acquisto di un’ortaglia con caseggiato nel marzo del 1799 ex proprietà dell’ormai soppresso convento di San Marco. […] Sul volgere dell’Ottocento, a San Marco, ho rievocato anche Giuseppe Verdi che ha lasciato l’impronta con la sua Messa di Requiem per Alessandro Manzoni. E che a sua volta però Manzoni, anni prima, poco distante da qui nella bottega libraria di Anton Fortunato Stella nel 1821 ebbe l’ispirazione del Cinque Maggio per Napoleone. Andando ancora a ritroso nel tempo ho collocato in queste mie pagine anche Maria Antonietta, la leggiadra figlia di Maria Teresa d’Austria, quando appena adolescente andò in sposa al Delfino di Francia. E quando anni dopo la sua tragica morte avvenuta nel 1793 le gazzette d’Europa diffondevano notizie riguardanti i lasciti del suo testamento diretti alle persone che nel carcere della Conciergerie si erano prese cura di lei fino al momento in cui fu portata al patibolo. Ho riportato alla ribalta anche l’esperienza di viaggio di alcuni monaci agostiniani in missione evangelica in Cina sul declinare del XVII secolo […] Dei monaci agostiniani, in questo mi libro ho riportato alla luce anche alcune regole. Le ho tratte da un manoscritto, oggi nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana, che riporta sul frontespizio i vari passaggi nei monasteri e chiese in cui è stato trasportato dai frati viandanti. Indirizzate ai novizi dell’ordine, riportavano tuttavia una ricchezza di contenuti, anche curiosi, che riguardavano il fluire del tempo nel convento, ma anche nella comunità che attorno gli gravitava. Fin dall’inizio del libro tuttavia, ho ridato vita, e non potevo farne a meno, trattandosi dell’ex monastero di San Marco, a Mozarth giovinetto, quando carico di speranze, con il padre Leopoldo, era giunto a Milano, ospite, grazie al conte di Firmian, proprio dei monaci agostiniani. […] Insomma questo mio lavoro è come un ventaglio che si apre nell’ex monastero agostiniano di San Marco di Milano liberando le mie impressioni percepite a prima vista e nel corso delle esplorazioni […]».

 

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Fonte:

Ilde Porcu, Storia e storie dentro e fuori l’ex monastero San Marco di Milano. Spigolando tra vetusti registri, atti notarili, resoconti di lontani viaggi, carteggi e altre ingiallite carte d’archivi e biblioteche, Ledizioni, 2019 Milano.

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