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Lo studio condotto dal Firpo e dal Maifreda si caratterizza per la ricostruzione della figura storica del cardinale Giovanni Morone

di Mirko Guardamiglio

Giovanni_Morone

Ci permettiamo di consigliare la lettura del testo prodotto dal Firpo e del Maifreda per poter conoscere in modo equilibrato la figura e l’operato del Morone.

La vita di Giovanni Morone (1509-80) appare paradossale perché pur essendo stato due volte legato papale al concilio di Trento sia nella prima fallita convocazione (1542-43) sia nell’ultima (1562-63), quando – secondo le affermazioni di Hubert Jedin – ebbe il merito di averlo salvato dal fallimento, fu oggetto di gravi accuse di eresia, sfociate nel processo inquisitoriale preparato per anni in segreto da Gian Pietro Carafa e formalizzato nel giugno del ’55, all’indomani della sua elezione papale. Un processo reso pubblico due anni dopo con il clamoroso arresto di «così grande cardinale, [..] in voce certa di esser papa», come ebbe a dire Enrico II re di Francia.

Solo la morte del pontefice inquisitore consentì al Morone di sfuggire alla condanna a morte. E solo l’appoggio e la stima dei sovrani asburgici ossia Filippo II re di Spagna e di Ferdinando I imperatore gli permise di uscire da Castel Sant’Angelo dopo 27 mesi di prigionia, di partecipare al conclave di Pio IV, suo amico e concittadino, che lo assolse i primi di marzo 1560 ossia poche settimana dopo la propria elezione e di tenere le redini dei principali avvenimenti coevi: dall’alleanza che portò alla battaglia di Lepanto alla crisi della repubblica di Genova.

Impareggiabile diplomatico formatosi nella Milano degli Sforza, protagonista dei colloqui di religione nella Germania sconvolta da Lutero, amico di Vittoria Colonna e committente di Michelangelo, vescovo riformatore, Morone fu uomo di grande prestigio europeo, la cui memoria è stata tuttavia riproposta solo in chiave di esemplare prelato cattolico, rimuovendo i drammatici conflitti interni alla gerarchia ecclesiastica che segnarono la sua vita ed ebbero un peso decisivo nel delineare l’identità della Chiesa cattolica nella lunga età della Controriforma.

In realtà, la vicenda paradossale del «nostro» porporato illustre, il cui profilo storico e storiografico trascolora di volta in volta nell’immagine dell’eretico o del «baluardo della fede cattolica», sarebbe durato anche negli anni seguenti, come dimostra la ripresa del processo preparata  da un altro papa inquisitore quale Pio V, anche se mai attuata.

 

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Fonte: M. Firpo – G. Maifreda, L’eretico che salvò la Chiesa. Il cardinale Giovanni Morone e le origini della Controriforma, Einaudi, Torino 2019.

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