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Un fondo, quello della Parrocchia di Santa Maria della Rosa, frutto di successivi accorpamenti

di Mirko Guardamiglio

Santa-Maria-della-Rosa

La chiesa di Santa Maria della Rosa fu costruita a partire dall’anno 1480 per volontà dei frati domenicani che avevano bisogno di una residenza più centrale rispetto a Santa Maria delle Grazie. La chiesa subì importanti restauri a partire dall’anno 1574, prima, e poi nel 1714. La Parrocchia di Santa Maria della Rosa venne soppressa nel 1798 e l’edificio adibito al culto venne assegnato alla Società Patriottica fino a quando non venne acquistato dalla Biblioteca Ambrosiana che, a partire dal 1829, lo fece demolire sia perché la chiesa era «abbandonata e cadente» sia per consentire l’ampliamento dei propri ambienti. Il fondo della Parrocchia di Santa Maria della Rosa nasce dalla naturale sedimentazione dei documenti prodotti dalla Parrocchia stessa nello svolgimento delle proprie attività istituzionali, dall’assorbimento dell’archivio della Parrocchia di Santa Maria Beltrade soppressa nel 1787 e dell’archivio della Parrocchia del Santo Sepolcro soppressa nel 1787. A sua volta il fondo della Parrocchia del Santo Sepolcro nasce dalla naturale sedimentazione dei documenti prodotti dalla Parrocchia del Santo Sepolcro nello svolgimento delle proprie attività istituzionali e dall’assorbimento dell’archivio della Parrocchia di San Mattia alla Moneta soppressa nel 1775. Perciò il fondo della Parrocchia di Santa Maria della Rosa è disteso su di un arco cronologico compreso fra i secoli XV e XVIII ed è costituito principalmente dai registri relativi alle anagrafi parrocchiali e all’amministrazione dei benefici parrocchiali per una lunghezza di 10 metri lineari.

Per quanto concerne la Parrocchia di Santa Maria Beltrade essa sorgeva nell’area dell’attuale omonima piazza ed era una delle più antiche chiese milanesi. Alcune fonti affermano che un comes Beltrado volle ricostruire un antico edificio religioso utilizzato durante le celebrazioni relative alla Litanie Triduane istituite nell’813 dall’arcivescovo Odelperto. Mentre il Galvano Fiamma nel Flos Florum sostiene che il comes Beltrado edificò nell’836 la chiesa di Santa Maria alla quale venne aggiunta la specificazione «Beltrade». Nei primi secoli Santa Maria Beltrade era nota anche con l’appellativo di Santa Maria Rotonda, forse a causa della primitiva pianta a forma circolare. Ma a partire dal secolo XVI si presentava a pianta rettangolare absidata verso via Torino. Ricostruita nel 1601 e restaurata nel 1717, dopo il Santuario mariano collocato vicino alla chiesa di San Celso, sino agli inizi del secolo XX, la chiesa di Santa Maria Beltrade era uno dei principali centri milanesi di devozione mariana perché in essa si celebrava la festa della Purificazione di Maria – più nota come Candelora – la cui celebrazione prevedeva una processione che, con partenza dal Duomo, arrivava sino alla chiesa di Santa Maria Beltrade presso la quale venivano benedette le candele per poi tornare al Duomo. La celebrazione è puntualmente descritta dal Beroldo e testimoniata da un importante bassorilievo del secolo XII, detto della Madonna «Idea», dapprima murato all’interno della chiesa, poi sull’esterno per essere poi collocato nelle raccolte del Castello Sforzesco dove ancora oggi è conservato. Con il nuovo compartimento territoriale delle parrocchie della città e dei Corpi Santi di Milano, entrato in vigore il 25 dicembre 1787, la Parrocchia di Santa Maria Beltrade fu soppressa ed accorpata alla Parrocchia di Santa Maria della Rosa. La chiesa di Santa Maria Beltrade venne rimaneggiata nel secolo XIX per essere sconsacrata nel 1924 divenendo sede di una sala per proiezioni cinematografiche sino alla demolizione avvenuta nel 1934. Il titolo venne assegnato ad una nuova chiesa costruita attorno al 1927 in via Oxilia.

Per quanto riguarda la Parrocchia del Santo Sepolcro sappiamo che l’edificio adibito al culto apparteneva a famiglie della corporazione milanese di coloro che lavoravano alla Zecca e, costruito nel 1036, venne dedicato alla Santissima Trinità. Nel 1100, in perfetta consonanza con il clima religioso dell’epoca, si decise di cambiarne dedicazione intitolandola al Santo Sepolcro. Con il passare del tempo la chiesa del Santo Sepolcro pur rimanendo composta da due corpi (uno superiore e l’altro inferiore) perse la propria struttura originaria in ragione dell’insediamento della congregazione degli Oblati e della fondazione della Biblioteca Ambrosiana.

Nella Nota parrocchie Stato di Milano del 1781 si attesta che la parrocchia del Santo Sepolcro possedeva fondi per 1.15 pertiche e che il numero delle anime era di 479 mentre nella Tabella parrocchie diocesi di Milano del 1781 si attesta che la rendita netta della parrocchia del Santo Sepolcro assommava a lire 1.100.2.1 e che la nomina del titolare del beneficio spettava alla congregazione degli Oblati. Nel Fondo Duplicati è attestato che, con il nuovo compartimento territoriale delle parrocchie della città e dei Corpi Santi di Milano, entrato in vigore il 25 dicembre 1787, la parrocchia del Santo Sepolcro veniva soppressa per essere unita alla parrocchia di Santa Maria della Rosa.

Per quanto riguarda la Parrocchia di San Mattia alla Moneta essa è attestata nell’opera del Giulini nella quale si afferma che tale edificio esistesse sin dal 1119. Nelle Visite pastorali ed in particolare nella lettera 20 gennaio 1618 dell’abate Besozzo si rende noto che tale parrocchia, soppressa nel 1605, venne ripristinata per volontà dell’arcivescovo Federico Borromeo. Negli atti delle Visite pastorali compiute fra i secoli XVII e XVIII la Parrocchia di San Mattia alla Moneta è costantemente ricordata fra le parrocchie di Porta Vercellina.  Nelle Visite pastorali è attestato che l’imperatrice Maria Teresa, con decreto del 3 marzo 1775, soppresse la Parrocchia di San Mattia alla Moneta accorpandola alla Parrocchia del Santo Sepolcro affidando la cura d’anime alla congregazione Oblati. Nell’opera del Mezzanotte-Bascapè si afferma che la chiesa di San Mattia alla Moneta venne distrutta nel 1783.

 

FONTI

 

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