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La crisi della famiglia, la separazione, il divorzio e le nuove unioni fanno parte della vita delle nostre società e di conseguenza anche di quella della Chiesa. Da diversi anni, all’interno della Pastorale familiare, vive un intenso cammino pastorale per e soprattutto con le persone separate, divorziate e in nuova unione. Molte le attività, i momenti di spiritualità, di formazione, di condivisione, preparati con cura: non per caso questo spazio si chiama Acor, porta della speranza, come scrive il Profeta Osea.

di Alessandra e Giulio Gaetani
Foto di Tumisu da PixabayFoto di Tumisu da Pixabay

La crisi della famiglia, la separazione, il divorzio e le nuove unioni fanno parte della vita delle nostre società e di conseguenza anche di quella della Chiesa.

Già il cardinale Martini si domandava come poter stare vicino a queste persone. Il cardinale Tettamanzi ha promosso la formazione di un gruppo all’interno della pastorale famigliare, che si dedicasse a queste famiglie e persone ferite.

La pastorale per e con le persone separate, divorziate e in nuova unione è molto cresciuta, sia come momenti di incontro proposti, sia come persone, soprattutto divorziate ed in nuova unione, che se ne occupano.

Le attività che la pastorale di Acor, così si chiama in diocesi, organizza sono molte.

Gli spazi di incontro nella fede per pregare insieme, condividere le fatiche, le risorse, trovare uno spazio accogliente con altri che hanno vissuto questa esperienza.

I gruppi Accoglienza sono piccoli gruppi gestiti da una équipe di persone separate, che offrono 16 incontri nell’arco di due anni per affrontare i passaggi più importanti della separazione e per superarne il dolore.

Qualche anno fa è stata promossa dal Vescovo Mario una formazione specifica per i sacerdoti e per i laici che volessero accompagnare chi è nuova unione in un percorso di discernimento orientato ad accedere nuovamente ai sacramenti. Molti sacerdoti si sono messi a disposizione e molte persone e coppie hanno già potuto fare questo percorso, che rimane però ancora poco conosciuto.

Inoltre, ogni anno il coordinamento diocesano organizza un convegno che ha diversi obiettivi: la formazione degli operatori dei vari gruppi, l’offerta di un approfondimento e un momento di incontro e di ritiro spirituale. È sempre un incontro molto ricco e gioioso, fonte di riflessione, di scambio e di arricchimento per tutti i partecipanti.