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Testimonianze

«Uno dei più grandi
testimoni del cristianesimo»

In Duomo era rappresentato l’intero Paese: dalle istituzioni civili, a quelle religiose e militari presenti per l’ultimo saluto al cardinale Martini. Ecco alcune voci che ne ricordano il profilo

di Pino NARDI

3 Settembre 2012

L’intero Paese ha reso omaggio al cardinale Martini. Il Duomo di Milano infatti ha visto la partecipazione ai funerali dell’arcivescovo emerito dei massimi rappresentanti istituzionali, militari e religiosi. Tra le autorità civili, il presidente del Consiglio Mario Monti, i ministri Andrea Riccardi, Lorenzo Ornaghi, Piero Giarda, Renato Balduzzi; la vicepresidente della Camera dei Deputati Rosy Bindi e 30 parlamentari. Inoltre, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, altri 35 sindaci o loro rappresentanti, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi e il primo presidente della Regione Lombardia Piero Bassetti.

Nella Cattedrale presenti anche il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, il presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, il questore di Milano Alessandro Marangoni, la presidente della Rai Anna Maria Tarantola, il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, il presidente di Banca Intesa Giovani Bazoli e i rettori di quattro università.

«Il mio ricordo del cardinale Martini è quello di un grande uomo, di un meraviglioso sacerdote e di un maestro che non potremo mai dimenticare – afferma il sindaco Pisapia -. I suoi insegnamenti rimarranno per noi indelebili e per me saranno un aiuto quotidiano nel governare spero bene (o al meglio possibile) questa città. Il ricordo è soprattutto per me legato ai temi della giustizia, umana e divina, che sono stati quelli della mia ma anche della sua vita».

Il presidente Formigoni ricorda la figura dell’Arcivescovo emerito sottolineando «la sua parola, il suo insegnamento, la sua presenza costante, la sua attenzione a tutti: un pastore della Chiesa, un vescovo, un cardinale molto colto, saggio e di grande fede. Aveva una disponibilità unica verso tutte le persone, con l’ascolto e manifestando una grandissima paternità».

«Il cardinale Martini è stato l’eccellenza del dialogo – dice Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano -. In questo senso vi è tutta l’eredità di sant’Ambrogio: Martini è stato punta di diamante di alcune riflessioni laddove la pace si costruisce nella consapevolezza delle caratteristiche degli altri e nell’accettazione e nel rispetto reciproco».

Andrea Riccardi, oggi ministro della Cooperazione, ma storico fondatore  della Comunità di S. Egidio, ricorda il padre Martini degli anni nella capitale. «L’ho conosciuto quando era a Roma rettore del Biblico. Lo ricordo come uomo della Parola, che era vissuto sulle Scritture, ma era anche curioso del mondo. Illuminato dalla Parola di Dio ha allargato lo sguardo proprio alla dimensione del mondo. Questa è stata la sua storia con la Comunità di S. Egidio nelle borgate romane e poi il grande incontro con Milano e i suoi cambiamenti. Martini è stato un grande vescovo e un grande italiano che ha fatto entrare i temi della spiritualità e della Bibbia nella cultura italiana».

Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, mette in luce la figura di Martini come «un grande educatore di anime, di generazioni, attraverso la Parola di Dio di cui ha fatto riscoprire il gusto, l’approccio, la capacità di ascoltare e di leggere la vita quotidiana di ciascuno. Un pastore grande per la Chiesa di Milano. Penso che sicuramente il ricordo e l’affetto che ha destato nell’anima di tutti continuerà ad accompagnare la sua Diocesi, tanta gente in Italia e anche oltre».

«Resta per me uno dei più grandi testimoni del cristianesimo – afferma Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose -. Non ha mai avuto una strategia, mai una tattica all’interno della vita della Chiesa, checchè se ne dica oggi. Era disarmato ed era semplicemente uno che aveva fiducia nel Vangelo. In tanta gente semplice e povera nella Chiesa quotidiana di lui resta molto. A lungo termine, nella luce del Vangelo, Martini rimane uno che ha capito cosa veramente il Vangelo chiede agli uomini e soprattutto ai cristiani. Rendergli onore e memoria è veramente guardare al Vangelo, aver fiducia, almeno per noi cristiani, solo in quello e in nient’altro».