Giovedì 18 giugno si è conclusa la prima fase dei webinar formativi dedicati all'Estate Ragazzi "New Edition" con New Ability, incontro dedicato al tema dell'inclusione. Stasera, lunedì 22 giugno, un nuovo appuntamento con la formazione online NEW EDITION dedicato alla relazione in rete con i ragazzi da vivere con attenzione e secondo le norme e le buone pratiche per la tutela dei minori. Iscrizioni su www.oramiformo.it


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Video della diretta su YouTube

Alcuni oratori hanno già iniziato l’Estate Ragazzi, in diversi Summerlife prenderà il via in questa settimana o nella prossima, per avere il tempo di organizzarsi al meglio con la modulistica necessaria, convocando adulti e volontari e organizzando gli adolescenti come “animatori di comunità”, ecc.
Gli oratori si preparano a una lunga estate, che sfora anche i tempi consueti e si adatta in maniera inedita: in questi tempi straordinari c’è tutto il tempo per dare il massimo e prendersi cura dei più piccoli, accompagnando e ricominciando ad educare i ragazzi in oratorio.

A causa di alcuni vincoli esterni, quest’anno forse non potremo accogliere tutti i ragazzi che eravamo abituati a incontrare. Dovremo concentrarci e impegnarci ad iniziare ad accogliere partendo dai più fragili, come i ragazzi con diversa abilità; ciò lo faremo affiancando loro un operatore (educatore o volontario) in rapporto 1:1. Questo nostro impegno permetterà loro di vivere la bella esperienza estiva insieme a un piccolo gruppo di coetanei e allo stesso tempo arricchirà l’intera comunità.

Proprio per questo motivo, il ciclo di webinar formativi online di NEW EDITION dedicato alla proposta Summerlife si è concluso giovedì 18 giugno con l’importante serata New Ability che trattava la tematica dell’inclusione – una delle priorità della missione pastorale-educativa dei nostri oratori. L’incontro è stato trasmesso tramite la piattaforma Zoom e in diretta YouTube sul canale Pastorale Giovanile FOM Milano: sono stati raggiunti educatori, responsabili, coordinatori e volontari di tutta la Diocesi e non solo.

La proposta di formazione offerta dalla Fom non si esaurisce qui; abbiamo annunciato il nuovo percorso formativo online SMART BOX NEW EDITION per tutti gli adulti che quest’Estate si metteranno a servizio in oratorio.

 

L’incontro inizia con una frase emblematica e suggestiva:

“Ci accomuna tutti lo stesso desiderio: essere felici e immaginare per noi un futuro felice”.

«Un futuro che, talvolta, a partire da quello prossimo, è carico di incognite, di tante fatiche e di domande, tanto che questo desiderio, che potrebbe essere legittimo e naturale, talvolta nella vita dei ragazzi con disabilità diventa una vera e propria lotta». Don Mauro Santoro ci aiuta a riflettere in veste di referente del tavolo di coordinamento comunità cristiana e disabilità – chiamato in maniera emblematica “O tutti o nessuno” – che coinvolge diverse realtà della nostra Diocesi (FOM, Servizio Catechesi dell’Arcidiocesi di Milano, Caritas Ambrosiana, CSI Milano e rappresentanze delle associazioni del terzo settore).
«Nel periodo di isolamento e di lockdown questi desideri sono stati messi a dura prova, e c’è stata una grande fatica da parte di tante famiglie con figli con disabilità legata alla mancanza di relazioni”. Le persone che vivono nella quotidianità in un isolamento fisiologico, in questa situazione difficile, si sono trovate in una sorta di isolamento doppio: legato alla propria condizione, ma anche alle condizioni esterne legate all’emergenza sanitaria e all’isolamento e alla mancanza di sostegno in cui si sono trovati i familiari e le persone loro vicine».

Tutti, nell’incertezza e nella debolezza, nell’impotenza e nello smarrimento, abbiamo compreso di avere dei limiti e preso consapevolezza che nella fragilità è importante aiutarsi gli uni con gli altri per crescere. «Quanto può essere preziosa questa esperienza che abbiamo vissuto, questa condizione di fragilità, con dei limiti che ci sono stati imposti, per imparare a cambiare il nostro sguardo sulla vita quotidiana.
Il nostro desiderio di uscire, di tornare a incontrare persone e amici, di coltivare relazioni e rivedersi, è lo stesso dei ragazzi con disabilità, anzi, un bisogno ancora più urgente per loro».

Purtroppo però ci sono ancora famiglie che vivono in una “sorta di lockdown” perché non possono accedere ai servizi. «La sfida di una comunità cristiana che riparte si gioca anche in una proposta estiva che non può farsi trovare impreparata o perlomeno non può non ascoltare questa invocazione, questo grido silenzioso, questo desiderio dei ragazzi più fragili di tornare a coltivare relazioni come tutti noi, che chiede di essere raccolto e fare di noi comunità che vivono, amano e sperano secondo la Parola di Gesù.
Se un ragazzo con disabilità ci chiedesse: “Perché in tante comunità faccio ancora così fatica a sentirmi parte?”, noi cosa gli risponderemmo? Avvertiamo subito la difficoltà e cercheremmo di prendere tempo, di essere un po’ evasivi. Ma si sa che la risposta nasconde dietro dei pensieri, questi potrebbero essere i più ricorrenti: “Ma come, anche questo?”, “Ma come facciamo: ormai le persone che si impegnano sono davvero poche ed già è difficile così a livello organizzativo”, “Figurati se troviamo qualcuno che se la sente di occuparsi di un ragazzo con disabilità.”, oppure ancora, “Ma noi non siamo degli esperti, qui serve gente preparata: e se poi facciamo qualcosa di sbagliato?”, o ancora, “Ok, li accogliamo ma non è che si possa fare più di tanto con loro, poi con alcuni è impossibile, però tentiamo con tanta buona volontà”
Pensieri legittimi, ma la sensazione, a volte, è che dietro a questi pensieri che tentano un po’ di mettersi sulla difensiva, di autogiustificarsi, ci sia dietro un retroterra che considera un problema questi ragazzi: come se la loro presenza potesse disturbare i nostri programmi, la nostra organizzazione, i nostri gruppi già belli formati».

Tutto si gioca in uno sguardo: questa é la vera scommessa, come ci insegna un ragazzo speciale, un ragazzo con disabilità, Alessandro Trevisan: «L’andare oltre a ciò che si vede è un esercizio da fare ogni giorno, e solo chi resta può comprendere, chi passa vede e basta».
La disabilità è di chi guarda; cambiare lo sguardo non avviene dall’oggi al domani, è proprio un esercizio: occorre avere il coraggio di restare, cercare di comprendere, non di scappare via!
Bisogna vedere quello che c’è, una persona unica, diversa da tutte le altre, davanti a me, invece di focalizzarsi su quello che quella persona non può fare o non potrà mai essere. Se tanti oratori e parrocchie sono già molto attivi con progetti dedicati per la cura ed esperienze strutturate e attenzioni specifiche per queste situazioni, altre comunità ancora faticano a praticare una vera inclusione.

«Accettare la sfida di lasciarsi interrogare e mettere in discussione, fermandosi con loro, presuppone cambiare ritmi e tempi. Entrare in relazione – tutto passa dalla voglia di mettersi in gioco – e non preoccuparsi di fornire loro delle prestazioni. Comunità capaci, in primis, di non dimenticare chi in questo periodo ha fatto più fatica ed é rimasto indietro: ragazzi con disabilità e persone con fragilità».

Quali passi possiamo allora compiere per regalare un’accoglienza a questi ragazzi, dentro i nostri oratori?

«Tutta la comunità è chiamata in causa – spiegano Silvia Borghi, Caritas Ambrosiana e Chiara Carzaniga, educatrice della Cooperativa Aquila e Priscilla – Potremmo organizzare un “comitato d’accoglienza”, un gruppetto di amici che si presentano; una visita guidata in oratorio per esplorare gli spazi e conoscere i protagonisti della vita quotidiana dell’oratorio, per aiutare il ragazzo a sentirsi a casa. Prenderci del tempo per conoscere e ascoltare – gusti, desideri, cosa fa paura – poiché è importante prestare un’attenzione particolare ai tempi e ai modi del mio entrare in relazione con l’altro che non sono uguali per tutti. Il primo passo da fare è l’alleanza educativa con la famiglia: lo strumento più prezioso per capire in quali direzioni andare e che tipo di attenzioni mettere in campo, ascoltando i loro suggerimenti. Quando non sappiamo come comportarci possiamo chiedere aiuto a qualcuno con competenze specifiche. È fondamentale la progettualità: eventi a spot risultano meno efficaci che pensare e progettare qualcosa a lunga durata per il tema della disabilità. Creare il miracolo della quotidianità: lo sport, con la sua cadenza e e la capacità di azzerare le differenze, giocando insieme, coinvolge e supporta tanto in questo senso».

 

Le testimonianze su questa tematica ci trasmettono tutte una convinzione: non è impossibile, possiamo e vogliamo compiere dei passi per mettere in campo un’accoglienza inclusiva a 360 gradi; non vogliamo dimenticare nessuno, soprattutto chi è più fragile.

 

Rileggendo quanto abbiamo vissuto e con uno sguardo al futuro, continuiamo a formarci con un nuovo incontro online NEW EDITION, stasera lunedì 22 giugno, alle ore 20.45, per una riflessione sulle relazioni in rete, per comprendere lo stile per essere sul web con i ragazzi e le attenzioni alla tutela dei minori necessarie in questo accompagnamento educativo.
Iscrizioni tramite la piattaforma Oramiformo.it

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