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Il Csi Milano costruisce il futuro

Sabato 15 marzo, allo Stadio Meazza, convention delle società sportive del Comitato provinciale milanese

5 Giugno 2008

13/03/2008

di Mauro COLOMBO

Un momento di verifica e confronto sul cammino percorso sin qui, per poi ripartire e “costruire insieme il futuro”. Questi i contenuti della Convention delle società sportive del Csi Milano, che si svolgerà sabato 15 marzo alla Sala Executive dello Stadio Meazza. Un primo dato testimonia del significato dell’appuntamento: sono 430 le adesioni pervenute, indice di una partecipazione sentita e interessata.

Nella Convention culmina un approfondito lavoro di ascolto della “base”, svolto da novembre a gennaio attraverso alcune serate di “audizioni” delle società sportive, i cui interventi (poco meno di un centinaio) sono raccolti in una pubblicazione che sarà distribuita sabato, come il dvd Genitori a bordo campo che contiene la relazione sul tema del professor Roberto Mauri.

«Il Csi e lo sport in oratorio sono ormai una realtà significativa nel panorama sportivo ed educativo milanese – sottolinea il presidente Massimo Achini -. Un ruolo da protagonisti da cui occorre ripartire per costruire il futuro, coinvolgendo in prima persona in questo intento le società sportive, come abbiamo fatto recependo nei mesi scorsi le loro idee, i loro pareri e i loro suggerimenti. Perché se in questi ultimi dieci anni è il Csi a essere cresciuto, da domani dovranno essere proprio le singole società a crescere: nei numeri, nell’autorevolezza sul territorio, nella passione educativa, nella coerenza all’interno del progetto formativo dell’oratorio…».

La Convention prevede, dopo l’accoglienza alle 9 e il successivo momento di preghiera, l’apertura dei lavori alle 9.45 e la relazione su “Costruiamo insieme il nostro futuro” (h 10); dopo la pausa, il dibattito e la conclusione per le 12.30, preceduta dalla premiazione “Gente di sport”, tradizionale riconoscimento assegnato dal Csi a personaggi del mondo dello sport che si siano particolarmente distinti per le loro qualità umane (negli anni scorsi è toccato a Moratti, Ancelotti , Recalcati…).

Quest’anno il premio andrà a Fabrizio Manoni, guida alpina del Monte Rosa, che ha nel suo curriculum itinerari di estrema difficoltà su Alpi e Dolomiti (dove ha aperto numerose vie nuove), Ande e Himalaya. Nella primavera del 2007 èstato sul versante nord dell’Everest senza ossigeno, mancando la vetta per soli 130 metri. Durante la salita si è fermato a “scaldare le mani” alla componente di un’altra cordata, che lamentava di averle gelate. Manoni, però, ricorda l’episodio senza attribuirgli alcuna valenza eroica: «Se la sarebbe cavata anche senza la mia piccola cortesia…».