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Calcio

Junior Tim Cup,
gli oratori negli stadi dei campioni

Dal 2 febbraio il torneo per giovanissimi nato dall’intesa tra Lega Serie A, Csi e Tim. Si giocherà nelle 16 città in cui hanno sede le 20 squadre di A, conclusione a Roma prima della finale di Coppa Italia

di Mauro COLOMBO

9 Gennaio 2013

Dal 2 febbraio le 16 città italiane in cui hanno sede le 20 squadre partecipanti al campionato di Serie A saranno teatro della Junior Tim Cup, torneo di calcio a 7 riservato alla categoria under 14, a cui prenderanno parte oltre 6000 ragazzi divisi in circa 500 rappresentative degli oratori delle stesse città. È il frutto del Protocollo d’intesa siglato questa mattina a Milano, presso la Lega Calcio, tra la Lega Serie A, il Centro Sportivo Italiano e Tim, alla presenza, oltre che dei dirigenti delle istituzioni coinvolte, anche di protagonisti del calcio di ieri e oggi (Emiliano Mondonico, Gianluca Pessotto, Giacomo Ferri e Massimo Tarantino), esponenti ecclesiali (don Marco Mori, direttore del Forum Oratori Italiani; don Alessio Albertini, consulente ecclesiastico nazionale del Csi; don Samuele Marelli, direttore della Fom) e alcuni giovanissimi atleti, i calciatori dell’Aso di Cernusco sul Naviglio.

La partnership attribuisce alla competizione il compito di celebrare un patrimonio di valori e di buone pratiche appartenenti alla tradizione oratoriana e presi come modello ispiratore del progetto Tim "Il calcio è di chi lo ama". Ulteriore motivo di interesse, alcune partite del torneo si giocheranno in "anteprima" di match del massimo campionato e la fase finale, in maggio a Roma, sarà "l’aperitivo" della finale della Coppa Italia – Tim Cup 2013. Il calcio dei grandi incontra quello dei piccoli, quindi, ma non è una novità. «Questo rapporto non è mai venuto meno nel tempo – sottolinea il presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta -. Questa iniziativa, però, gli dà visibilità e lo valorizza».

Non è un caso che la firma sia avvenuta a Milano, città nella quale il Csi ha sperimentato da tempo iniziative analoghe con Inter (l’Oratorio Cup) e Milan (la Serie Ora). «Se non vogliamo perdere la difficile sfida educativa, dobbiamo prenderci per mano e sfruttare le straordinarie potenzialità educative dello sport – rileva il presidente nazionale del Csi Massimo Achini -, perché un pallone può regalare felicità, ma anche fare incontrare i veri valori della vita. Quella siglata oggi è un’alleanza coraggiosa, innovativa e lungimirante: un segno di speranza per tutto il Paese». Difficile non pensare, in questo senso, ai fatti di Busto Arsizio e alle manifestrazioni di razzismo e intolleranza ormai ricorrenti ai margini dei campi di calcio: «Questa iniziativa può certamente aiutare la migliore comprensione e convivenza reciproca», conferma Beretta.

Una filosofia condivisa anche da Tim, pronta a mettere da parte logiche prettamente commerciali «per parlare di valori e lavorare sulla parte più sana del Paese – spiega Carlotta Ventura, direttore Domestic media di Telecom Italia -. Un modo per far diventare la crisi un’opportunità». Tim finanzierà il torneo, ma non integralmente. La Junior Tim Cup disporrà di un fondo alimentato in parte da Tim e in parte dal ricavato delle multe comminate ai tesserati e alle società di Serie A. «Risorse – spiega ancora Achini – che, assegnate in base a quanto stabilito da un apposito Comitato di garanzia, finanzieranno l’attività degli oratori, dagli interventi sulle attrezzature alle iniziative di formazione di tecnici e dirigenti».

Come illustrato dal direttore generale della Lega Serie A Marco Brunelli, la Junior Tim Cup nasce come «un grande contenitore, da riempire nel tempo con le idee, i progetti e i contributi di tutti, a partire dai nostri club, che hanno aderito con prontezza e convinzione». E sempre grazie a Tim sarà accompagnata da un percorso di comunicazione su Twitter, che all’hashtag #ilcalcioèdichiloama raccoglierà "belle storie" nate dentro e attorno al torneo.

Unanime il sostegno dei sacerdoti impegnati in questo ambito. «L’oratorio è una peculiarità esclusivamente italiana, nata dal bisogno di educare i più giovani – dice don Mori -. Questo torneo darà modo di avvicinare ulteriormente le persone». «All’oratorio sono nati tanti grandi campioni – ricorda don Albertini -, ed è giusto pensare anche ai preti che li hanno aiutati a giocare e a crescere. Sarebbe bello se, grazie a questo torneo, l’affermazione "squadra dell’oratorio" perdesse il connotato derisorio per indicare invece una realtà interprete di valori positivi…». E Mondonico sottoscrive: «Chi, come me, è cresciuto in oratorio e vuole bene all’oratorio, non si stancherà mai di ringraziare i sacerdoti incontrati lungo il cammino».