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Ciclismo

Il coraggio di Ivan Basso

L’annuncio improvviso: la caduta, la scoperta del tumore, il ritiro dal Tour de France, il ritorno in Italia per l’intervento chirurgico. Accompagnato dall’augurio di tutti gli sportivi

14 Luglio 2015
Italy's Ivan Basso pedals during the 16th stage of the Giro d'Italia, Tour of Italy cycling race, from Pergola to Monte Petrano, in Cagli, Italy, Monday, May 25, 2009. (AP Photo/Alessandro Trovati)

È l’ora della tappa più difficile per “Ivan il terribile”. È stato lui stesso, in conferenza stampa, a dare notizia dell’improvvisa diagnosi (cellule tumorali al testicolo sinistro) che l’ha obbligato ad abbandonare il Tour de France per iniziare subito le cure necessarie. Così Ivan Basso, 37enne campione varesino di ciclismo, con spiccate caratteristiche di passista-scalatore, si accinge ad affrontare una delle “scalate” più difficoltose della sua vita. «Quello che sta succedendo lo sapete già – ha scritto in queste ore Ivan sui social network -, quello che ci tenevo a dirvi è che affronterò questa prova con la grinta di sempre e con la positività che mi avete trasmesso con tutti i vostri messaggi. Il ciclismo mi ha insegnato a stringere i denti quando c’è da lottare».

E di lotte, finora, ne ha affrontate tante Ivan. Fin dagli inizi della sua carriera a metà degli anni Novanta, con le prime vittorie giovanili. Poi, dal 1999, come professionista, in una escalation di progressi sportivi che lo porterà nel 2006 a vincere per la prima volta il Giro d’Italia. E poi, tra le tipiche insidie del ciclismo, tante “cadute”, da cui però Ivan ha sempre saputo rialzarsi. Anche dalla più brutta, che non è stata dalla bicicletta: nel 2007, infatti, viene condannato a due anni di squalifica dalla commissione disciplinare della Federciclismo italiana, per fatti legati a una vicenda di doping (pur non essendo lui mai risultato positivo ad alcun test). Scontata la squalifica, Ivan rialza con coraggio la testa e, nel 2010, eccolo di nuovo vincitore al Giro d’Italia. E poi tante altre vittorie minori, fino a oggi. Insomma, un vero “scalatore”, tenace e ottimista, uno la cui vita sportiva è stata davvero “In salita controvento” (titolo della sua biografia, pubblicata nel 2011). E anche adesso, di fronte alla malattia, Ivan si mostra sereno, positivo, pronto ad affrontare la “difficile tappa”, forte dei suoi punti di riferimento: la famiglia, gli affetti, lo sport.

E allora, forza caro Ivan, è il momento di dare fondo a tutte le tue energie, di affondare il “colpo di pedale” per decidere tu stesso il ritmo della gara, la più importante di quelle che hai fin qui percorso. È il momento di affrontare le cure necessarie, con la stessa decisione e pazienza che hanno sempre contrassegnato la tua pedalata. Lo devi a te stesso, alla tua famiglia, alla tua squadra, agli appassionati di ciclismo e a tutto lo sport. Ti attendiamo tutti, fiduciosi, per vederti rimontare in sella e ripartire… verso il prossimo traguardo.