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Week-end trionfale

Flavia, Roberta e Fabio: il Sud fa GrandItalia

I successi dello sport azzurro, dal trionfo di Aru nella Vuelta alla finale tutta italiana Pennetta-Vinci agli Us Open. L’Italbasket tra le prime 8 in Europa e Valentino Rossi più vicino al Mondiale della Moto Gp

di Mauro COLOMBO

14 Settembre 2015

Non è la prima volta. Anche in passato lo sport italiano ha vissuto week-end trionfali. Ma il susseguirsi di emozioni dell’ultimo fine settimana non ha molti termini di paragone.

Ha iniziato Fabio Aru, nel pomeriggio di sabato, demolendo la resistenza dell’olandese Dumoulin nella penultima tappa della Vuelta e indossando la maglia rossa del leader, poi portata in passerella a Madrid. Un successo fatto di tenacia, determinazione, classe e abilità strategica. Dopo che una discutibile sanzione disciplinare l’aveva “liberato” della presenza in squadra di Vincenzo Nibali – compagno, amico e mentore sì, ma anche leader per meriti acquisiti, che avrebbe potuto tarpargli le ali -, Aru ha costruito la sua vittoria giorno per giorno, attaccando dove doveva e difendendosi dove poteva. Mentre i grandi favoriti – Froome, Quintana e Valverde su tutti – uno dopo l’altro si facevano da parte, e l’eterno sconfitto Rodriguez lasciava le sue chances lungo i chilometri dell’ultima cronometro, Aru si è trovato a duellare con un rivale inatteso, Dumoulin, fortissimo contro il tempo, ma in grado di difendersi anche in salita. Almeno fino al penultimo giorno, quando gli attacchi in serie dell’Astana l’hanno mandato in riserva di gambe e di fiato e Aru l’ha “matato” definitivamente. A 25 anni Fabio – con un successo e un terzo posto alla Vuelta e un secondo e un terzo posto al Giro d’Italia – si candida autorevolmente a raccogliere il testimone da Nibali quale interprete top delle corse a tappe. Soprattutto porta alla conoscenza del grande ciclismo la Sardegna, che fino a lui non aveva mai potuto vantare corridori di vertice.

Meridione sugli scudi anche a New York, dove sabato sera Flavia Pennetta e Roberta Vinci hanno trasformato il Centrale di Flushing Meadows in una succursale di Little Italy. Finale tutta italiana, anzi tutta pugliese, per gli Us Open, dopo i clamorosi exploit delle semifinali, con Pennetta che sbatacchia la Halep (numero 2 del mondo) e Vinci che realizza il miracolo della vita, sfiancando Serena Williams, indiscussa regina mondiale, fermata a due partite dal Grande Slam. Un’impresa pagata in termini di stanchezza – più mentale che fisica – in finale, dove, dopo un primo set molto equilibrato, Pennetta ha imposto una maggiore freschezza, lucidità e potenza. Successo più importante della carriera, al cospetto del premier Renzi, e annuncio fulminante subito dopo la premiazione: «È stata la mia ultima partita qui, a fine stagione chiudo col tennis…». Certo, con un assegno da oltre tre milioni di dollari in tasca è più facile, ma quando la molla principale è la passione è anche possibile ripensarci, e la prospettiva di Rio 2016 ora sta facendo ricredere Flavia…

Domenica, poi, a Misano, in capo a una corsa nella quale stranamente ha peccato della sua proverbiale lucidità strategica, Valentino Rossi ha compiuto un importante passo avanti sulla strada del Mondiale di Moto Gp. Un tardivo ingresso ai box per il cambio delle gomme gli è costato la vittoria nel “suo” Gran premio, ma la contemporanea caduta del compagno-rivale Lorenzo gli ha fruttato un guadagno di 11 punti in classifica. Ora, a cinque gare dal termine, ne ha complessivamente 23 in più dello spagnolo. Come dire, quasi una gara di vantaggio. E certi patrimoni il Dottore non è uso dilapidarli…

Infine, gli azzurri del basket hanno schiantato Israele entrando nei quarti degli Europei. Ora li attende la Lituania, avversario tosto, ma abbordabile. Poi ci sarebbe la Serbia. Un muro, in apparenza; ma lo si diceva anche della Williams per la Vinci…