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Mediglia

Polo San Martino, sport e natura per il futuro dei giovani

Nelle prossime settimane presso l’antica pieve inizieranno i lavori di costruzione del Centro progettato dalla Comunità pastorale insieme a Caritas, Fom e Csi: servizi educativi, una comunità residenziale e strutture sportive. E accanto una agroforesta che darà modo ai ragazzi di avviare percorsi lavorativi

29 Novembre 2023
Un rendering del progetto

Un’antica pieve della campagna milanese diventerà un nuovo punto di riferimento per i ragazzi tra sport, educazione e agricoltura. Succederà a Mediglia, a sud-est di Milano (nel Decanato di Peschiera Borromeo). Il borgo è quello di San Martino Olearo: nome che, riferiscono gli studi, indica l’ottavo miglio della strada tra Milano e Cremona. Ma che ora per i ragazzi significa essere distanti da ogni opportunità, spiega il parroco don Davide Verderio: «Ci sono casi di abbandono scolastico già in quinta elementare, e di spaccio dalle medie. Noi adulti non ci siamo, o almeno non ci siamo come dovremmo esserci», riflette il sacerdote, che ricorda di aver pensato a fare qualcosa di nuovo quando ha notato alcuni adolescenti che giocavano con un cassonetto della spazzatura. Don Davide naturalmente non ha fatto tutto da solo, ma si è messo in ascolto del territorio, dalla scuola ai servizi sociali. È nato così, insieme a Caritas, Fom e Csi, il progetto del Polo educativo San Martino, le cui proposte si rivolgeranno anche a tutto il territorio a sud di San Donato Milanese. Sarà il primo centro nella Diocesi a unire sport e natura, grazie a un terreno agricolo di proprietà di oltre un ettaro.

Don Davide Verderio

I lavori per ristrutturare gli spazi dell’oratorio e dell’antica canonica partiranno in queste settimane (sostenuti dalla Fondazione Ido Falck), ma già ora la parrocchia ha avviato un doposcuola e altri servizi, insieme a un educatore professionale. Nascerà un Centro educativo rivolto agli alunni delle medie e agli adolescenti con una mensa, un doposcuola “non convenzionale” e attività per ragazzi con particolari fragilità. La canonica ospiterà una comunità residenziale per dieci minori, dai 14 ai 18 anni, a cui si affiancherà un “alloggio per l’autonomia” con tre posti letto per chi, una volta maggiorenne, lascerà la comunità. Sul terreno agricolo prenderà invece vita una “agroforesta”, curata da Fondazione Sylva e dalla cooperativa XFarm (leggi qui): «In un contesto in cui l’agricoltura caratterizza e dà valore al territorio – anticipa Matteo Zappa, responsabile dell’Area minori di Caritas -, la scommessa è che proprio attraverso l’attività agricola i ragazzi non solo riscoprano la bellezza del luogo, ma abbiano anche l’opportunità di avvicinarsi a un possibile percorso lavorativo, anche grazie ai contatti che la parrocchia ha con le aziende agricole locali». E se lo sviluppo di serre e coltivazioni era già stato immaginato da Caritas, i tempi lenti del vivaio in cui cresceranno le piante per la riforestazione dell’area consentiranno soprattutto ai minori che vivranno in comunità di vedere passo dopo passo la crescita del progetto.  

Sarà per tutti, intanto, l’invito alle attività sportive, sotto la regia del Csi. «Immagino allenatori che siano anche educatori, squadre vere e allenamenti impegnativi, perché noi scommettiamo su questi ragazzi», scandisce don Davide. «Non ci sarà però un pacchetto di proposte precostituito – aggiunge Zappa -, perché vogliamo innanzitutto ascoltare i ragazzi, e partire dai loro bisogni».

Per giovani che spesso «sono senza sogni» – confida don Davide -, ci sarà dunque un luogo tutto nuovo. E qualcuno che li attende per fare un pezzo di strada insieme.