Dopo il murale dedicato a papa Francesco lo scorso maggio di fronte all’entrata di Caritas ambrosiana, aleXsandro Palombo è ritornato a “colpire” con una nuova opera, questa volta apparsa sul muro dell’Arcivescovado. Come dichiarato dall’artista, la scelta del luogo è stata motivata dal momento «in cui la Curia milanese, insieme a Caritas, è impegnata nel portare aiuti alla popolazione di Gaza».
Secondo Palombo, la scelta di realizzare il suo ultimo murale in una porta murata, simbolo di esclusione e immobilità, l’avrebbe trasformata in un varco di coscienza. Il confine invalicabile diventa così «soglia di speranza, dove l’umanità ferita resiste e chiede di essere riconosciuta», ha commentato l’artista.
L’opera

Il murale raffigura il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, in un gesto liturgico con le braccia sollevate al cielo. Ai suoi piedi, un bambino palestinese denutrito, scalzo e vestito con i colori della bandiera della Palestina, con sguardo fisso e vuoto, mentre stringe una pentola vuota sopra un cumulo di teschi. La raffigurazione è stata intitolata da Palombo “Humanitas”.
Il murale rappresenta, come spiegato dall’artista in una nota, il momento «di forte tensione internazionale, con la Global Sumud Flotilla in rotta verso Gaza e il piano di pace per il Medio Oriente proposto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che apre uno spiraglio di accordo per porre fine alla guerra e alla sofferenza della popolazione civile palestinese».
Sempre secondo l’artista, con questo murale l’attenzione dovrebbe spostarsi sull’unico vero obiettivo che dovrebbe guidare ogni azione umanitaria: il sostegno concreto e la protezione della popolazione innocente.
L’opera richiama alla responsabilità morale di chi sceglie la via dell’aiuto. «Il cardinale Pizzaballa – sottolinea Palombo – dall’inizio della guerra, è una delle figure più presenti sul campo: ha guidato missioni umanitarie nella Striscia di Gaza, portando aiuti essenziali a migliaia di civili, denunciando con forza la gravità della crisi».
Le parole di Pizzaballa («La stanno pagando gli ultimi, i poveri, le donne, i bambini») risuonano così per Palombo come eco morale dell’opera.