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Milano, eppur ci si muove…

Problemi, novità e prospettive della mobilità in città e nell'hinterland al centro di un convegno svoltosi alla Fondazione Ambrosianeum

5 Giugno 2008

07/03/2008

di Cristina CONTI

Una metropoli al centro della Pianura padana. Capitale del commercio e snodo tra nord, sud, est e ovest. Milano e il futuro della sua mobilità sono stati al centro di una conferenza svoltasi mercoledì alla Fondazione Ambrosianeum, all’interno di un ciclo di incontri che pongono l’attenzione sul capoluogo lombardo e le sue problematiche.

In Lombardia la mobilità è per il 95% su gomma: sotto la Madonnina ci sono ben 3 milioni e mezzo di spostamenti ogni giorno, più della metà dei quali in auto. Chi viene da fuori preferisce le quattro ruote nel 60% dei casi, mentre tra le mura cittadine ci sono settantaquattro veicoli ogni 100 residenti.

«Ultimamente ci sono state novità di estremo interesse, come l’aumento del trasporto su ferro e la costruzione di 75 chilometri di metropolitana – spiega Lanfranco Senn, presidente di MM ed economista della Bocconi -. Sono in corso il prolungamento delle linee 2 e 3 e la costruzione della 5». In via di definizione anche un incremento del passante e l’introduzione dell’alta velocità, che avvicinerà notevolmente la città meneghina con Bologna.

E continua anche l’espansione dei confini comunali. «La mobilità sta diventando sempre più breve, frequente, differenziata e diffusa, a causa della flessibilità del lavoro e anche della scelta di molti di trasferirsi nell’hinterland», precisa Matteo Colleoni, sociologo della Bicocca.

Così un gran numero di auto si riversa ogni giorno nel capoluogo lombardo, creando ingorghi e lunghe file ai semafori. «Le scelte politiche, come Ecopass e il blocco del traffico, per incidere davvero sulla qualità della mobilità e dell’aria devono considerare l’interscambio continuo che esiste tra Milano e l’esterno», dice Raffaele Cattaneo, assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità della Regione Lombardia.

I prezzi delle case alle stelle hanno costretto molti ad andare in periferia o nei paesi del circondario, ma anche all’interno si continua a costruire. «Sarebbe importante che le infrastrutture venissero viste in un’ottica di riqualificazione del territorio – commenta Giampio Bracchi, docente di Ingegneria informatica al Politecnico e Presidente di Milano-Serravalle-Milano Tangenziali spa -. Quando si sceglie dove posizionare un nuovo insediamento, bisognerebbe farlo tenendo conto delle infrastrutture già presenti o in progetto. Questo agevolerebbe molto gli spostamenti dei residenti e migliorerebbe anche la situazione del traffico».