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Mani leste tra i banchi

Aumentano i furti nelle scuole milanesi, licei compresi. Oltre ad armadi di sicurezza e a bidelli-poliziotto, inviti agli studenti a responsabilizzarsi e a prestare maggiore attenzione ai propri oggetti personali

5 Giugno 2008

27/03/2008

di Cristina CONTI

E’ boom di furti nelle scuole milanesi. Tra i banchi arrivano bidelli-poliziotto e armadietti di sicurezza. L’aumento non riguarda solo istituti professionali e tecnici, ma anche i licei del centro. «Purtroppo il mito del denaro facile è trasversale», commenta il preside del “Berchet”, Innocente Pessina. Da qui la circolare della scorsa settimana, con cui si chiede ai ragazzi di collaborare depositando i propri oggetti al sicuro e di guardare con rispetto i beni di proprietà altrui.

Telefonini di ultima generazione, Ipod, piccole somme di denaro e addirittura libri di testo. Strumenti che possono essere riutilizzati con facilità dagli stessi ladri fuori dalle mura scolastiche, oppure addirittura rivenduti per guadagnarci. Questi gli oggetti più gettonati dai ladri, per un totale di almeno un furto al mese. E così si corre ai ripari.

Aule chiuse appena gli studenti escono, armadietti da palestra sui piani per conservare gli oggetti di valore e bidelli che controllano uscite e movimenti sospetti. Ma è importante anche invitare i ragazzi a tenere gli occhi aperti per responsabilizzarli. «E’ inutile militarizzare la scuola. Su 1200 iscritti ci sarà sempre qualcuno che viene tentato», precisa Agostino Miele, a capo dell’Istituto professionale Gentileschi. Collaborazione tra alunni e personale, dunque, per migliorare la situazione.

I ragazzi rubano per noia, per ripicca, perché lo fanno tutti o perché non si rendono conto della gravità della loro azione. Meglio allora porre alcune regole fin da quando sono adolescenti. «Anche i liceali non sono santi, perciò è bene fare interventi decisi a prescindere dal tipo di scuola in cui si verificano questi episodi», aggiunge Miele.

C’è anche chi cerca di sdrammatizzare e spezza una lancia a discolpa di chi trova senza restituire. «Molti ragazzi sono semplicemente distratti. Lasciano le loro cose ovunque. Non sono furti fatti con destrezza», commenta Annamaria Indinimeo, preside del “Beccaria”.

Secondo altri capi di istituto, invece, il problema è la troppa ingenuità di alcuni, che lasciano facilmente gli oggetti personali sopra o sotto il banco, senza pensare che i propri compagni possano arrivare a tanto.