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Cucciago si rivede nei Super8 del “don”

Diciotto anni di vita oratoriana e sociale rivivono nei filmati realizzati tra il 1962 e il 1980 dall'allora coadiutore don Roberto Besozzi e oggi digitalizzati dal Comune

30 Settembre 2008

30/09/2008

di Renzo SALVI

Può accadere e accade: un paese attento alle sue radici incontra, ricercando, una parte del passato, in foto e su pellicola cinematografica, come storia del suo oratorio. E i tempi del racconto non sono recenti: vanno dall’inizio degli anni Sessanta al 1980. È un oratorio illustrato per immagini: .doc prima che la convenzione informatica dei decenni recenti adottasse questa dizione per indicare il documento e il documentare.

Don Roberto Besozzi, ora parroco a Monvalle, allora vicario di prima nomina a Cucciago, era, ed è, appassionato di immagini, statiche e in movimento, di canti liturgici e leggeri, di formazione giovanile volta al nuovo, alla comunicazione, al viaggiare come conoscenza del mondo: fotografa, riprende e registra. Il Comune di Cucciago, che ha ricevuto da poco, in dono per la Fototeca, una gran parte di quel materiale, ne ha curato la digitalizzazione, recuperando il recuperabile attraverso due anni di lavoro e, purtroppo, dopo il lavorio di un quarantennio di muffe e polveri.

I volti di bambine e bambini, di ragazzi giovani e adulti di allora che si riaffacciano sugli schermi – in bianco e nero, e poi a colori – sono gli adulti (e i vecchietti) di oggi; i loro comportamenti, soprattutto, davanti alla cinepresa da 8mm e Super8, sono ora spavaldi e ora (manzonianamente) “vergognosi”.

La documentazione di diciotto anni, dal settembre 1962, restituisce il caleidoscopio di quelle attività e di un mondo nuovo che si affaccia a Cucciago, mentre la gioventù di Cucciago, sin a quel momento, nel suo insieme, un po’ appartata, si affaccia – come oratorio – al mondo vasto e meno vasto che la circonda.

Le attività che affiorano sono in parte tradizionali e in parte nuove, ma le novità prevalgono. In foto e in film si ritrovano gare e musica, spettacoli e gite, vacanze e animazione sportiva, battelli, autobus, torpedoni, biciclette, Giochi della gioventù… È la storia di un piccolo borgo, tra i 1200 e i 2000 abitanti, in quegli anni, vista attraverso la documentazione della vita e delle attività di animazione dell’oratorio.

La scorsa estate, prendendo come spunto la data di trasferimento della residenza di quel (allora) giovane prete a Cucciago, la sera del 31 luglio, oltre 200 persone si sono attardate in Corte Castello per un incontro/intervista con l’autore di tutta quella documentazione e la proiezione di molto di quel materiale filmato: commuovendosi, applaudendo, ricordando.

Soffermandosi nella lettura della mostra che, non a caso, aveva come titolo “Due decenni in oratorio” e precisava “Fotografie, ricordi e parole per una storia cucciaghese”. Neppure mancavano cittadini di “più recente approdo”, che da qualche anno, o decennio, si integrano con le vecchie tribù che, per una sera, tornavano a occhieggiare dal grande schermo posto a fronteggiare la torre di Arialdo Alciati.