18/04/2008
di Rosangela VEGETTI
Presso la Basilica di Sant’Ambrogio, giovedì 24 aprile, alle 10.30, la Chiesa Apostolica Armena d’Italia celebra una divina Liturgia solenne in suffragio del milione e mezzo di martiri armeni, vittime del genocidio perpetrato dal governo dei Giovani Turchi nel 1915. Vi sono invitati quanti desiderano condividere un ricordo e riproporre un appello di giustizia e di solidarietà verso le vittime di una delle tragedie del secolo scorso.
A presiedere alla divina Liturgia sarà il rettore della Chiesa Armena, l’archimandrita p. Aren Shaheenian. «Il genocidio – spiega p. Aren – portò al nostro popolo perdite irreversibili sia di risorse umane, che culturali e territoriali, lasciando una forte impronta psicologica e sociale nei vari ambiti della vita del popolo armeno. Fu causa diretta e indiretta di ripercussioni, disagi, e problemi nella vita quotidiana dei singoli e delle famiglie, influenzando il carattere e la psicologia del nostro popolo, l’attività sociale delle generazioni future, i loro desideri e aspirazioni».
Il 24 aprile segna l’inizio dell’operazione definitiva di eliminazione degli Armeni dal territorio turco, lanciata nel 1915 dal governo dei Giovani Turchi, con l’ordine a tutti i capi territoriali di sostenere l’eliminazione diretta e la cacciata degli Armeni nei terreni deserti arabi. I trasgressori sarebbero stati puniti al pari di nemici della patria e della religione.
Realizzando il genocidio degli Armeni, i Giovani turchi raggiunsero l’obiettivo di eliminare una popolazione estranea a quella turca nell’Impero Ottomano. Ragioni politiche, razziali, religiose, economiche e territoriali sono all’origine di questa tragedia che, come ogni genocidio, implica una folle gestione di potere e di conformismo razziale.
Da non dimenticare che quest’anno la Chiesa Apostolica Armena di Milano – che conta un migliaio di fedeli e fa parte del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano – festeggia il 50° della sua chiesa di via Jommelli 32 (tel. 02.799791). Questa chiesa, dedicata ai santi Quaranta Martiri di Sebaste, è costruita in classico stile armeno. Sorse grazie alla generosa determinazione dei fratelli Onnik e Sarkis Diarbekirean che, sfuggiti nel 1920 al genocidio ed emigrati in Argentina, la vollero donare alla comunità milanese.