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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Lecco

«Bubacarr sapeva mettere i suoi amici sempre di buonumore»

Il ricordo di Jean Jaques Mankabo, operatore della Casa della Carità: «L'avevo conosciuto martedì. Una persona curiosa e solare, voleva subito imparare l'italiano»

di Lorenzo Garbarino

20 Luglio 2023
I familiari di Bubacarr riuniti in preghiera per lui

Bubacarr Darboe, il ragazzo affogato nel lago a Lecco il 19 luglio (leggi qui), aveva 18 anni ed era originario del Gambia. Alcuni mesi fa era partito da Farato, il suo villaggio, per attraversare come tanti altri migranti il Sahara. Passando per il Mali, l’Algeria e la Tunisia, il viaggio si era concluso venerdì 14 luglio, quando finalmente era sbarcato a Lampedusa. Dopo solo quattro giorni era stato trasferito nella Casa della Carità di Lecco, come racconta Jean Jaques Mankabo, operatore della struttura: «L’ho conosciuto martedì, quando è arrivato assieme ad altri cinque giovani originari del Gambia e a uno della Costa d’Avorio. Ho visto un ragazzo sereno, tranquillo e allegro. Me lo ricordo come una persona curiosa e solare, voleva subito imparare l’italiano. Anche gli altri ragazzi dicevano che riusciva a metterli sempre di buonumore».

Nessuno dei presenti ha visto cosa sia successo davvero. Mankabo spiega che Darboe si trovava al lago assieme ad alcuni compagni e stava nuotando tranquillamente a quasi 150 metri dalla riva. I ragazzi con cui era insieme si sono messi a discutere per una trentina di secondi perdendolo di vista, e quando si sono voltati di nuovo verso il lago non lo hanno più visto. Sono stati allertati immediatamente i soccorsi, ma per il ragazzo non c’è stato nulla da fare. Una volta recuperato il corpo, Mankabo lo ha riconosciuto dagli indumenti. «Scherzando diceva sempre di essere il più bello – ricorda l’operatore -, sceglieva sempre con cura ogni vestito».

Bubacarr Darboe

Darboe era musulmano. Gli ospiti della Casa della Carità lo hanno descritto come una persona intenta spesso a pregare. Dopo la tragedia, Mankabo si è messo in contatto con i suoi familiari, per dare loro la notizia del decesso. «Dopo l’incidente non sono riuscito più a dormire, volevo trovare i genitori di Bubacarr. Quando ce l’ho fatta, le parole del padre mi hanno toccato dentro: “Dio mi ha dato un figlio e ora Dio l’ha ripreso”. La sua è una famiglia dalla fede forte, mi ha colpito dritto in fondo al cuore».

Mankabo non ha parlato direttamente con il medico legale che ha seguito il caso, ma non aveva motivo per dubitare della sua salute: «Bubacarr stava bene. Era un ragazzo giovane e alla Casa della Carità era stato visitato i primi giorni da alcuni medici. Non aveva alcun problema. In queste ore alcuni giovani scout di Legnano hanno distratto i compagni di Bubacarr, ancora molto scossi. La Questura ha dato la disponibilità per avviare un supporto psicologico».

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