Link: https://www.chiesadimilano.it/news/milano-lombardia/beccaria-arriva-lassistenza-spirituale-ai-giovani-musulmani-2843142.html
Sirio dal 17 al 23 novembre 2025
Radio Marconi cultura
Share

Milano

«Beccaria», arriva l’assistenza spirituale ai giovani musulmani

Anche la Diocesi tra i firmatari del Protocollo d'intesa che regolamenta la presenza dell'Imam Dahmane Abdullah Tchina nell'Istituto di pena minorile per favorire la preghiera e il dialogo. Monsignor Bressan: «Sarà una figura paterna, educando questi ragazzi a ricostruire una base di valori»

di Annamaria BRACCINI

7 Luglio 2025
Beccaria

«Se non avessi trovato una comunità, degli amici, probabilmente ora sarei ancora in galera». Qualche giorno fa un ragazzo accolto, all’uscita dal carcere minorile Beccaria, nella Comunità Kayròs di don Claudio Burgio (cappellano nello stesso Istituto penale) diceva così, con quella parola pronunciata con un sorriso che pare “magica”: speranza. Speranza che non sembra transitare spesso per i corridoi del “Beccaria” dove, sui 70 posti disponibili, attualmente si affollano in quasi 80. E dove, nel 2024, sono passati 297 giovani, per il 78% stranieri, di cui l’87% da Paesi a maggioranza islamica.

«Il senso di questa scelta è nella linea di quella evoluzione che mette in luce come in tanti nostri luoghi vi sia sempre più multiculturalità e la presenza di diverse religioni», spiega monsignor Luca Bressan, vicario episcopale e firmatario, per l’Arcidiocesi, del Protocollo di intesa siglato stamani, presso il Tribunale dei Minorenni di Milano, dalla sua presidente Maria Carla Gatto, dal Procuratore della Repubblica presso lo stesso Tribunale Luca Villa, dal direttore del Centro per la Giustizia Minorile della Lombardia Paolo Gabriele Bono, dalla direttrice reggente dell’Ipm “Cesare Beccaria” Teresa Mazzotta e dall’imam Dahmane Abdullah Tchina, in rappresentanza della comunità islamica. Proprio quest’ultimo – molto noto, già impegnato nella comunità di Sesto San Giovanni e indicato dall’Arcidiocesi – collaborerà con don Burgio e il suo predecessore don Gino Rigoldi. I quali da tempo, peraltro, auspicavano l’arrivo di un imam per la preghiera musulmana del venerdì e per sviluppare anche un proficuo dialogo interreligioso.

I cambiamenti in atto

Insomma, una scelta felice che risponde a una necessità riconosciuta anche dallo Stato e confluita espressamente nel Protocollo. «Le parti riconoscono – vi si legge infatti – che i diritti spettanti ai detenuti, le modalità di esercizio, così come le procedure attuative, sono funzionali alla più ampia realizzazione dell’individuo nella salvaguardia della sua dignità di persona, al fine di permettergli la piena affermazione della sua personalità, sia nel periodo di detenzione, che nella fase successiva, al momento del reinserimento nel tessuto sociale».

«La Diocesi – prosegue monsignor Bressan – è interessata, da un lato, a comprendere il  cambiamento in atto e, dall’altro, si è sentita sollecitata dal presidente del Tribunale dei Minori, la dottoressa Gatto, che ha chiesto all’Arcivescovo come rispondere a questi mutamenti in atto. In tale quadro è maturata l’idea della presenza al “Beccaria” di un Imam, come riferimento non solo e non specificamente religioso, ma anche di educatore, con l’idea che possa ricostruire una base di valori per questi minorenni, ritrovando una figura di paternità in vista di una redenzione e di una possibilità di crescita, anzitutto, per loro».  

Cosa farà

«L’attività dell’Imam – come si legge nel Protocollo – si svolgerà negli spazi idonei a favorire anche un accesso spontaneo da parte dei giovani detenuti individuati e messi a disposizione dalla direzione del carcere. L’Imam potrà tenere colloqui individuali o incontri collettivi di preghiera e insegnamento religioso, nel rispetto del regolamento interno e sotto vigilanza discreta del personale».

Leggi anche

Carcere
Beccaria

Al Beccaria il Cappellano affiancato da un Imam per la cura dei ragazzi

L’appello di don Claudio Burgio per l’assistenza spirituale dei tanti giovani musulmani detenuti nella struttura è stato raccolto dall’Arcidiocesi e dal Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale

di Roberta BARBI