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Milano

Agnesi al Capodanno ebraico degli Alberi: «Speriamo di tornare presto pellegrini in Terra Santa»

Nel ricordo del cardinale Martini, «straordinario amico di Israele», al Museo diocesano la festa di TuBishvat, con l’intervento del Vicario generale e la piantumazione di un ulivo

di Massimo PAVANELLO

14 Febbraio 2025
Un momento della cerimonia

È stata celebrata nei giorni scorsi, anche a Milano, la festa ebraica di TuBishvat, il Capodanno degli Alberi. Gli invitati sono stati accolti nella prestigiosa sede del Museo diocesano. La scelta della location – dedicata al cardinale Carlo Maria Martini – è stata già un messaggio. Lo ha rilanciato esplicitamente monsignor Franco Agnesi, al fianco di Kalanit Goren, direttrice dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo a Milano. È stata questa istituzione a promuovere l’appuntamento, in collaborazione con il Keren Kayemet LeIsrael Italia, la più antica organizzazione ecologica al mondo, che opera a beneficio dello sviluppo, della bonifica e del rimboschimento della Terra di Israele.

Gli intervenuti alla Festa

L’intervento di monsignor Agnesi

«Questa circostanza annuncia una speranza, rappresentata dalle primizie della natura – ha ricordato il Vicario generale -. Una speranza che è il tema centrale del Giubileo in corso e che la Chiesa ambrosiana ha sempre nutrito nei confronti della Terra Santa. Attendiamo speranzosi la possibilità di ritornare là in pellegrinaggio, anche se in questi mesi il link con quanti abitano uno scenario ingarbugliato non è mai venuto meno. Seppur in piccoli gruppi o sole unità, preti e laici hanno continuato a viaggiare verso quella meta per tenere accesa una fiaccola. Tutte le parrocchie diocesane, inoltre, hanno costantemente pregato per il frutto della pace, praticando l’efficace attività di “intercessione” insegnata proprio dal cardinale Martini».

Un nome, quest’ultimo, ripreso subito da Kalanit Goren: «Siamo molto felici di aver potuto realizzare questo evento in un luogo così importante per la storia di Milano e anche di Israele – ha detto -. Il Museo diocesano infatti è dedicato al cardinale Carlo Maria Martini, straordinario amico di Israele, biblista e amante della Terra Santa che ha sancito l’amicizia e l’importanza del dialogo tra ebraismo e cristianesimo».

La tradizione della Festa

Durante l’evento milanese è stato piantato un albero di ulivo – donato per l’occasione dal KKL – simbolo di rinascita della natura che si avvia ad accogliere la primavera. La cerimonia è iniziata con la lettura – in ebraico e in italiano – di una preghiera, le cui parole chiedono, alla terra e alla natura, di proteggere e di far crescere gli alberi piantumati proprio durante questa festa. La ricorrenza cade il 15 del mese di Shevat del calendario ebraico (quest’anno il 13 febbraio, anche se a Milano è stata celebrata in occasione della recente Bit).

Conosciuto comunemente come TuBishvat, questo giorno segna la stagione in cui gli alberi più precoci della terra d’Israele emergono dal sonno invernale e iniziano un nuovo ciclo di fruttificazione. L’origine della festa è antica: durante il periodo del primo Tempio, il 15 del mese di Shevat divenne il giorno della raccolta delle tasse degli agricoltori, poiché demarcava la fine di un anno agricolo e l’inizio di una nuova stagione di semina e raccolti. In questa giornata, inoltre, si portavano al Tempio le primizie degli alberi di quattro anni.

Il periodo in cui cade TuBishvat è anche quello in cui va in scena lo spettacolo della fioritura dei mandorli. Per questo è pure tradizione che, oltre a piantare alberi, in famiglia e con gli amici si mangi frutta fresca e secca.