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Intervista

Seminario, la casa in cui dalla vocazione nasce la missione

Domenica 17 settembre la Giornata diocesana, dal titolo «Egli entrò per rimanere con loro». «Occorre educarsi a dimorare con Gesù perché l’incontro con lui segni la vita», spiega il rettore don Enrico Castagna, che illustra le novità dell’anno

di Ylenia SPINELLI

12 Settembre 2023

Domenica 17 settembre si celebra la Giornata diocesana per il Seminario, un’occasione per guardare con generosità e riconoscenza alla comunità di Venegono, agli educatori e ai giovani che qui condividono un cammino di discernimento e formazione verso il sacerdozio. Il titolo della Giornata 2023, «Egli entrò per rimanere con loro», è tratto dal Vangelo di Luca, in cui si narra dei due discepoli in cammino verso Emmaus. Ne parliamo con il rettore, don Enrico Castagna, che ci illustra anche le novità di questo anno seminaristico.

Quale messaggio si intende veicolare con la Giornata per il Seminario?
Il motto «Egli entrò per rimanere con loro» sarà lo stesso della Missione vocazionale che i seminaristi del Quadriennio vivranno, dal 13 al 17 ottobre, a Cernusco sul Naviglio, Carugate e Cassina de’ Pecchi. La coscienza di essere inviati, di «essere una missione», è conseguenza dell’incontro con Gesù attraverso i suoi testimoni. Gesù dà all’esistenza un senso pieno che si vorrebbe condividere e perché l’incontro con lui non sia solo esperienza emotiva e fugace, ma diventi missione di una vita, è fondamentale che ci si educhi a dimorare con lui, si trovi casa in lui che «entrò per rimanere con loro», appunto. Fra vocazione e missione, o insieme a esse e come sostegno a esse, vi è la sosta eucaristica e fraterna, l’ascolto della Parola, l’amicizia ecclesiale. Le comunità cristiane sono “spazio” in cui si vorrebbe non solo favorire l’incontro sorprendente, ma anche offrire un accompagnamento quotidiano perché la vocazione diventi missione. La Chiesa esiste per questo e talora si ritrova, nella storia, a doversi “ristrutturare” e, nel caso, alleggerire per poter essere casa in cui sia possibile sperimentare la gioia dell’incontro e ricevere il sostegno per la sequela.

Il tema della vita come vocazione, e specificamente come vocazione all’amore, ritorna nella Proposta pastorale di quest’anno…
Al nostro Arcivescovo sta a cuore indicarci la dimensione vocazione della vita umana. La tentazione di ritenersi come monadi che rispondono solo a se stesse, che concepiscono la vita come un cammino in cui l’importante è essere fedeli a se stessi, senza troppa correlazione all’Altro e agli altri, è ricorrente. Nella sua proposta pastorale l’Arcivescovo, al contrario, parla di vita ricevuta che genera gratitudine, di «educazione all’amore e all’affettività, di fedeltà «fino alla fine» come grazia. Invita gli adulti a testimoniare tutto questo con gioia e a non temere di proporlo; ci esorta a essere in dialogo con la cultura contemporanea e allo stesso tempo «a creare contesti di libertà che resistano alla colonizzazione culturale». Insomma, ci sprona a curare la qualità della nostra proposta educativa.

Prenderà avvio quella riconfigurazione sperimentale resa nota dall’Arcivescovo lo scorso Giovedì Santo (leggi qui, ndr)?
Sì. A causa dei numeri ridotti e per rendere più fecondo il cammino proposto, sono state fatte alcune scelte. In particolare, la vita di tutti i seminaristi sarà concentrata nel lotto dell’attuale Biennio, avendo cura di individuare spazi e tempi condivisi e altri propri di ciascuna tappa. D’altra parte, nell’anno di terza Teologia, i seminaristi vivranno in parrocchie a piccoli gruppi (3 o 4 persone), frequentando quotidianamente il Seminario per le lezioni e i momenti formativi. In questo modo si vorrebbe corrispondere ancor meglio alla missione del Seminario che è quella di offrire elementi ed esperienze che favoriscano la crescita nella conoscenza di sé e nell’arte del discernimento, la maturazione dell’attitudine a essere uomini di comunione nel presbiterio e nel popolo di Dio, la crescita della propensione a stimare le altre vocazioni nella Chiesa.

Un’altra novità sarà la presenza dei seminaristi comaschi.
Sì, solo per le ore di scuola, i seminaristi di prima e seconda Teologia del Seminario di Como si uniranno ai nostri.

Riprendono anche i percorsi vocazionali proposti dal Seminario. Ne vuole ricordare alcuni?
Continuiamo a sostenere la nascita e la crescita dei “Centri vocazionali decanali” per preadolescenti. Per gli adolescenti che desiderano confrontarsi sulla propria vocazione, è confermata l’esperienza mensile dei “VocAdo” in Seminario. C’è poi la nota proposta della “Comunità Non Residenti” per i giovani, dai 18 anni in su, che stanno maturando un orientamento al ministero presbiterale.