Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/semeraro-in-livatino-coerenza-piena-e-invincibile-tra-fede-cristiana-e-vita-456717.html
Sirio 09 - 15 dicembre 2024
Share

Agrigento

Semeraro: «In Livatino coerenza piena e invincibile tra fede cristiana e vita»

Lo ha detto il Prefetto della Congregazione delle cause dei santi nell’omelia della cerimonia di beatificazione del giudice

di Riccardo Benotti

10 Maggio 2021
L'arazzo con l'immagine del beato

Il «segreto della santità» è «rimanere nell’amore di Cristo», ed è «una situazione che si fa drammaticamente evidente nei momenti di crisi, nei momenti in cui “essere cristiani” non è più qualcosa di scontato e diventa, anzi, cosa scomoda, schernita, rischiosa, pericolosa». Lo ha detto ieri il cardinale Marcello Semeraro, perfetto della Congregazione delle cause dei santi, nell’omelia della cerimonia di beatificazione del giudice Rosario Livatino ad Agrigento.

Nella vita del martire Livatino, ha ricordato il cardinale, ritorna «il motto S.T.D. che ordinariamente s’intende come Sub Tutela Dei e che il nostro beato inseriva, magari sovrastato dal segno della Croce, in pagine speciali dei suoi scritti. I giusti, scriveva un autore del XII secolo, si collocano sotto la Croce, si pongono, cioè, sub tutela divinae protectionis e così si saziano dei frutti dell’albero della vita. È quanto è accaduto al giudice Livatino, il quale è morto perdonando come Gesù ai suoi uccisori». È questo, per il cardinale Semeraro, «il valore ultimo delle sue estreme parole, dove sentiamo l’eco del lamento di Dio e il pianto del giusto, che la liturgia del Venerdì santo pone tradizionalmente sulle labbra del Crocifisso, dove non è un rimprovero e neppure una sentenza di condanna, ma un invito sofferto a riflettere sulle proprie azioni, a ripensare la propria vita, a convertirsi».

«Considerando la vicenda di Rosario Livatino ci tornano vivide alla memoria le parole di san Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni”. Il nostro Beato lo fu nel martirio», ha concluso il prefetto: «Credibilità fu per lui la coerenza piena e invincibile tra fede cristiana e vita. Livatino rivendicò, infatti, l’unità fondamentale della persona; una unità che vale e si fa valere in ogni sfera della vita: personale e sociale. Questa unità Livatino la visse in quanto cristiano, al punto da convincere i suoi avversari che l’unica possibilità che avevano per uccidere il giudice era quella di uccidere il cristiano».

 

Leggi anche

Beatificazione
Rosario Livatino

Don Ciotti: «Rosario Livatino è vivo, a dispetto della mafia»

Un esempio che infonde speranza: questo il lascito del magistrato ucciso dalla stidda agrigentina, proclamato beato secondo il fondatore del Gruppo Abele e poi dell’associazione Libera

di Elisabetta GRAMOLINI

Sugli altari
Giudice_Rosario_Livatino

Bassetti: «Livatino ha incarnato il Vangelo delle Beatitudini»

«Un gigante della verità»: così il presidente della Cei ha definito il magistrato ucciso dalla mafia, che viene beatificato il 9 maggio, in occasione della presentazione del docu-film di Tv2000 sulla sua vita

di Filippo Passantino

Sugli altari
Rosario Livatino

L’esempio di Livatino decisivo per le responsabilità di ciascuno

Il 9 maggio la beatificazione del giovane giudice siciliano ucciso dalla mafia in odio alla fede. Il suo sacrificio suona oggi con ancor più forza come monito severo e allo stesso tempo come incoraggiamento per chi non si arrende a una deriva pericolosa per le istituzioni e per il Paese

di Stefano DE MARTISAgensir

9 maggio
Rosario Livatino

Livatino, beatificazione in diretta su Tv2000

Celebrazione presieduta dal cardinale Semeraro nella Cattedrale di Agrigento nell’anniversario dell’invettiva di Giovanni Paolo II contro la mafia

Intervista
Giudice_Rosario_Livatino

Rosario Livatino, il martire della giustizia e della fede sarà beato

La Chiesa, con l’autorizzazione di papa Francesco alla Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto, riconosce il giudice ucciso nel 1990 dalla mafia come “martire in odium fidei”. Come afferma don Giuseppe Livatino, postulatore della fase diocesana del processo di beatificazione: «Rosario non faceva il giudice per infliggere delle pene, ma giudicava per poter riportare in qualche modo l'ordine voluto da Dio».

di Filippo PASSANTINO

12 marzo
Rosario Livatino

Livatino, martire della giustizia e Servo di Dio

Al ricordo del giovane magistrato assassinato dalla mafia agrigentina nel 1990, di cui è in corso la causa di beatificazione, è dedicato un convegno in Cattolica a cui interviene l’Arcivescovo