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Esperienze

Quando la comunità si allarga: storie di inclusione tra Milano e la Brianza

Nella Giornata mondiale delle persone con disabilità (3 dicembre), due esperienze nel territorio della diocesi dimostrano come l'accoglienza possa diventare stile di vita comunitario

di Stefania CECCHETTI

3 Dicembre 2025
Attività inclusive a Besana Brianza

In Diocesi quello dell’inclusione delle persone con disabilità non è un tema astratto, ma una pratica concreta che trasforma le comunità. Due realtà – la parrocchia di Santa Maria del Rosario a Milano e il territorio di Besana-Brianza con la cooperativa Solaris – mostrano come la Chiesa possa farsi casa accogliente per tutti, soprattutto per chi rischia più facilmente l’esclusione.

A Milano un catechismo multisensoriale

Nella parrocchia di Santa Maria del Rosario, il catechismo ha cambiato volto per accogliere anche i bambini con disturbo dello spettro autistico. Don Davide Beretta, vicario della pastorale giovanile, descrive così la nascita del progetto: «Il mio ministero è accompagnare quello che lo Spirito fa sorgere. Una catechista, Margherita, che ha un figlio con disturbo dello spettro autistico, voleva proporre qualcosa che andasse bene anche per lui. Io ho solo accompagnato un processo già avviato: il motore dell’azione è stata lei, insieme ad altre catechiste e a una équipe di professionisti: una logopedista, una pediatra e l’educatrice stessa del ragazzo».

Il gruppo oggi accoglie 12 bambini. L’intuizione di fondo è nata da un bisogno condiviso: «L’idea nasce dall’esigenza, sentita da tante mamme conosciute nelle sale d’aspetto delle terapie. Raccontavano che i loro bambini non frequentavano il catechismo perché era troppo faticoso: orari difficili, proposte non adatte, impossibilità di mantenere l’attenzione. Ho pensato a un percorso accessibile, che permettesse loro non solo di esserci, ma di partecipare davvero, comprendere e interiorizzare ciò che veniva proposto», spiega Margherita.

Il metodo si basa sulla comunicazione aumentativa e su esperienze concrete: «Tutto viene tradotto in immagini, perché per loro le parole non siano vuote. E poi servono esperienze concrete e multisensoriali. Non riescono a stare seduti ad ascoltare una storia, devono viverla». Così è accaduto quando i bambini hanno “attraversato” la tempesta sedata dell’episodio evangelico: «Abbiamo costruito una barca, ci abbiamo fatto salire i bambini, usato rumori, ventilatori, spruzzi d’acqua. Don Davide faceva Gesù e loro erano gli apostoli. In questo modo la storia rimane», racconta Margherita.

Alla progettazione partecipano professionisti e un gruppo di giovani formati sul tema dell’autismo: «Abbiamo formato un gruppo di giovani dai 15 ai 25 anni sull’autismo e su come avvicinare questi bambini nel modo giusto», spiega ancora la catechista.

Catechismo inclusivo nella parrocchia di Santa Maria del Rosario a Milano

Il cuore del percorso è la domenica, in cui catechismo, gioco, merenda e partecipazione alla Messa si intrecciano. Anche la liturgia è ripensata in chiave accessibile, spesso presieduta da monsignor Pierangelo Sequeri: «Sono liturgie spiegate, facilitate, con immagini e canti studiati. I bambini suonano, si divertono e stanno più attenti», racconta don Davide, che conclude: «È un’esperienza di cui sono orgoglioso, penso che possa ispirare anche altre comunità».

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Besana, quando la rete territoriale diventa comunità

A pochi chilometri di distanza, nel territorio di Besana e della Brianza, il percorso condiviso tra parrocchia e associazioni racconta un’altra forma di inclusione concreta. Don Fabrizio Vismara, oggi a Desio ma per dieci anni prete degli oratori a Besana, ricorda: «Con la cooperativa Solaris, molto presente sul territorio, abbiamo realizzato iniziative e percorsi educativi legati all’inclusione e all’attenzione al mondo della disabilità». Un cammino che ha coinvolto educatori professionali, persone con disabilità e ragazzi degli oratori: «Abbiamo svolto attività insieme, visitato i centri diurni, ascoltato testimonianze e fatto laboratori, soprattutto in occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità. Sono state belle occasioni di arricchimento reciproco e di crescita nell’autonomia per alcuni giovani».

La cooperativa Solaris, come spiega Elena Crippa, della sede di Triuggio, è un nodo significativo nella rete sociale della Brianza: «Gestiamo centri diurni, servizi per l’autonomia, centri socioeducativi e assistenza scolastica nell’area della Brianza, del Meratese e fino a Milano, lavorando in rete non solo con parrocchia e oratorio, ma anche con scuole, Comune e altre associazioni». La collaborazione con la parrocchia riguarda soprattutto il Centro diurno di Villa Raverio: «Realizziamo laboratori la domenica e durante l’oratorio estivo. Organizziamo anche uscite con gli adolescenti».

Il principio che guida tutto è chiaro e condiviso: «L’inclusione non ha nulla di pietistico, è un scambio di ricchezze reciproco. Ogni persona porta un dono unico che, se accolto, rende migliore la comunità», spiega Crippa. E i frutti non tardano a manifestarsi: «Vediamo crescere una bella sensibilità, soprattutto nei bambini. Anche un piccolo gesto, come salutare per strada una persona conosciuta alle attività, porta molta gioia».