Pace e riconciliazione, temi cruciali per Caritas. La quale sostiene, tramite la sua rete internazionale, interventi umanitari, di emergenza e poi di ricostruzione e ritessitura comunitaria, in territori provati da drammatici conflitti. Con il rischio però di dover assistere a sempre nuove distruzioni: non c’è via d’uscita, infatti, se non si agisce sulle cause dei conflitti, provando a lavorare con le parti coinvolte per trasformare le divisioni in occasioni di comprensione reciproca. È un’arte che si impara, quella della riconciliazione, e sulla quale serve investire, con lungimiranza, per cercare nel lungo periodo una pace duratura che sia condivisione vera.
Con queste motivazioni Caritas Ambrosiana ha deciso di sostenere anche economicamente PeaceMed, progetto di Caritas Italiana, cofinanziato dal Ministero degli Esteri, che ha come fine la promozione della pace attraverso il potenziamento delle organizzazioni di società civile del Mediterraneo, regione storicamente segnata da conflitti e divisioni, e la creazione di una rete regionale dedicata alla promozione della pace e dell’integrazione.
Restituire vita e speranza
A Cipro, in marzo, si è svolto il primo incontro di PeaceMed: più di 30 operatori delle Caritas e di altre organizzazioni di 20 Paesi mediterranei e mediorientali (Tunisia, Marocco, Egitto, Spagna, Malta, Grecia, Cipro, Turchia, Libano, Terra Santa, Siria, Giordania, Iraq, Somalia, Gibuti, e Mauritania, con l’intenzione di coinvolgere anche Algeria, Libia e Iran) hanno intrapreso un percorso di formazione e dialogo per diventare leader di pace, capaci di attivare processi partecipativi nei territori di origine, spesso attraversati da odi lunghi e profondi. «In un clima bellissimo di amicizia e cooperazione – racconta Benedetta Matterazzo, del settore Internazionale di Caritas Ambrosiana, coordinatrice e animatrice del progetto PeaceMed – abbiamo iniziato a decostruire la logica del nemico e a trattare i conflitti come un’opportunità che generi, invece, vita e speranza. Alla fine del progetto, dopo un anno, tutti restituiranno quanto appreso alle proprie comunità».
Il Metodo Rondine
L’intero percorso è arricchito dall’adozione del Metodo Rondine, sviluppato dalla “Cittadella della Pace” di Arezzo, che educa alla gestione nonviolenta del conflitto e al superamento della logica del nemico. PeaceMed prevede cinque tappe fondamentali: analisi dei bisogni formativi, tre sessioni di formazione online, il workshop internazionale svoltosi a Cipro, una scuola estiva in Italia (a giugno) e una conferenza finale, centrata sul ruolo delle Caritas nazionali e delle organizzazioni coinvolte nella promozione della pace come bene comune. Uno dei punti di forza del progetto è la “formazione a cascata”: i partecipanti scriveranno progetti nuovi per un cambiamento di pace sostenibile nei loro paesi.

Caritas Ambrosiana sosterrà questo processo di pace e riconciliazione, concentrando le proprie risorse su alcuni Paesi e aree, in particolare Terra Santa, Libano e Siria (realtà a favore delle quali Caritas Ambrosiana è impegnata da molti anni). Sapendo che serve tempo per fare la pace, ma si tratta di un orizzonte possibile. In un tempo segnato da muri e conflitti, ripartire dal dialogo tra popoli e religioni è un atto radicale di speranza. Attraverso la formazione, la relazione e l’impegno condiviso, PeaceMed prova a trasformare il Mediterraneo in uno spazio di fraternità.




