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Michel Camdessus "LA CHIESA HA INIZIATO IL SUO ESODO, MA CI SONO SEGNIDI SPERANZA" "Non bisogna nascondercelo: la nostra Chiesa comincia il suo esodo. Nonsentiamo più ciò che ha nutrito così tante generazioni, il popolo cristianoconta meno militanti": queste parole pronunciate poco prima di morire dalcard. Bijez, presidente della Conferenza episcopale francese, sono state citateda Michel Camdessus, presidente delle Settimane Sociali di Francia,all'inizio del suo intervento al Convegno ecclesiale di Verona. Purdescrivendo la situazione francese, l'oratore che è stato governatoredella Banca di Francia e direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, hasottolineato che tale clima culturale è comune a molti Paesi occidentali. "Oggi - ha detto - lo scarto tra il Vangelo e il mondo è maggiore di ciòche non immaginasse la nostra memoria collettiva. La società non è piùabitata dal personalismo comunitario che si è ricavato un postoall'indomani della seconda guerra mondiale, ma piuttosto è abitata dalrelativismo generalizzato". Camdessus ha però subito affermato che, "purin una società dominata dall'individualismo e dal futile, ci sono piccolisegni di speranza che balzano agli occhi". Pur nella "confusione che viene dai fondamentalismi e dai fautori delsecolarismo", gli uni e gli altri accomunati - secondo Camdessus - dalfatto "che al minimo pretesto esplodono, riuscendo ad occupare i mass media edesercitando una specie di intimidazione sottile a livello culturale", i"germogli di speranza" non mancano. Ha parlato della "comparsa di unanuova generazione di laici che si mobilitano perché la vita della loro Chiesacontinui". "Ancora più evidente - ha aggiunto - è il contributo, in un certo sensoancora più sconcertante, delle comunità nuove portatrici di un forteslancio spirituale, forse meno spettacolare di un tempo ma privo di ognicomplesso di fronte al politicamente corretto". Il presidente delleSettimane sociali francesi ha anche ricordato la "richiesta sempre piùfrequente fatta ai cristiani di esprimersi in modo più incisivo, perché gliuomini sono assetati di senso". Infine ha affermato che "soprattutto viene data una risposta dalla vitadelle parrocchie e delle comunità religiose, così che i cristiani si esprimanocome cristiani sempre di più", ricordando le "tante battaglie in cuisono messi in discussione l'uomo e la sua dignità", in cui "icristiani sono presenti in prima linea".

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Margaret Archer "IMPARARE DALL'ORTODOSSIA" "Abbiamo molto da imparare dall'ortodossia", lo ha dettoMargaret Archer, docente ordinario di sociologia all'Università di Warwick(Coventry) e membro della Pontificia Accademia delle Scienze sociali nel corsodel confronto con esponenti della cultura europea tenutosi ieri sera al terminedella terza giornata di lavoro del Convegno ecclesiale nazionale di Verona."Nel 2007 Romania e Bulgaria entreranno nell'Unione europea - ha affermato -e porteranno in dote la loro fede ortodossa, che ha un carattere pratico poichéha superato le dittature e i totalitarismi. Abbiamo la possibilità di allargarela nostra esperienza religiosa grazie alla loro liturgia, all'arte, al modo incui fanno chiesa nelle loro case". "La religione è agire, non solo affermazione sulle credenze. Se manchiamonella pratica allora è il momento di applicarsi di più per migliorare. Incontreremo,ed è la nostra speranza, questi forestieri credenti e così facendo daremorisposte più ampie alla nostra fede imparando a condividere con loro senzavederli come competitori nel campo del lavoro o sociale. Diamo a Bulgaria eRomania un caldo benvenuto", ha concluso.

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LE PROSSIME SCADENZE

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