«Auspico che esso sia per ciascuno un’occasione per incontrare Cristo ed essere da Lui rinsaldati nella fede e nell’impegno di seguirlo con coerenza»: così papa Leone XIV si è rivolto ai giovani di tanti Paesi arrivati a Roma per il Giubileo dei Giovani, che si apre il 28 luglio, nel corso dell’Angelus di domenica 27 luglio,
Forte appello ai governanti per porre fine a tutti i conflitti. Il cuore del Papa è vicino a tutti coloro «che soffrono a causa dei conflitti e della violenza nel mondo», dalle persone al confine tra Thailandia e Cambogia, a chi vive nel sud della Siria, e naturalmente a Gaza, dove è gravissima la situazione umanitaria. Rinnovato l’appello per il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e «il rispetto integrale del diritto umanitario». Si è rivolto poi così «alle parti in tutti i conflitti»: «Ogni persona umana ha un’intrinseca dignità conferitale da Dio stesso: esorto le parti in tutti i conflitti a riconoscerla e a fermare ogni azione contraria ad essa. Esorto a negoziare un futuro di pace per tutti i popoli e a rigettare quanto possa pregiudicarlo. Affido a Maria, Regina della pace, le vittime innocenti dei conflitti e i governanti che hanno il potere di porvi fine».
Il dramma di Gaza
Riferendosi agli scontri tra Thailandia e Cambogia, Leone XIV ha pregato specialmente «per i bambini e le famiglie sfollate. Possa il Principe della pace ispirare tutti a cercare il dialogo e la riconciliazione». Come pure per le vittime «delle violenze nel sud della Siria»: «Seguo con molta preoccupazione la gravissima situazione umanitaria a Gaza, dove la popolazione civile è schiacciata dalla fame e continua ad essere esposta a violenze e morte».



