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Milano

Delpini con gli adolescenti al Giardino dei Giusti, per capire quanto bene fa la virtù

Mercoledì 20 marzo 150 ragazzi visitano con l’Arcivescovo l’area del Monte Stella che ricorda chi si è battuto contro la violenza, l’odio e l’intolleranza. Presentano l’appuntamento il direttore della Fom don Stefano Guidi e il presidente di Gariwo Gabriele Nissim

di Annamaria BRACCINI

19 Marzo 2024
Una veduta del Giardino dei Giusti (foto Gariwo)

Come terzo e ultimo appuntamento del percorso «L’Arcivescovo ti invita», mercoledì 20 marzo circa 150 adolescenti, provenienti da una decina di oratori della Diocesi, saranno con monsignor Delpini al Giardino dei Giusti. Uno spazio aperto sorto nella grande area verde del Monte Stella in zona San Siro, fondato nel 2003, dove ogni anno vengono piantati nuovi alberi in memoria di donne e uomini esemplari nella testimonianza di resistenza morale di fronte a violenze, dittature e genocidi in ogni parte del mondo.

Fare la differenza

«L’Arcivescovo invita gli adolescenti a uscire dai loro oratori per frequentare luoghi di alto valore educativo – dice il direttore della Fondazione degli Oratori Milanesi, don Stefano Guidi -. Per questa iniziativa abbiamo già incontrato la comunità Il Seme, che dal 2018 accoglie minori stranieri non accompagnati nell’oratorio San Pio X di Milano (leggi qui). Poi, in occasione della Giornata della Memoria, abbiamo proposto un’esperienza molto toccante al Memoriale della Shoah (leggi qui). Luoghi dove si toccano con mano momenti drammatici, storie ferite, testimonianze di vita e di risurrezione. In particolare il prossimo appuntamento aiuterà i nostri adolescenti a comprendere che ciascuno di noi può fare la differenza, come dice la testimonianza dei Giusti. Questo atteggiamento deve ispirare anche la frequentazione dell’oratorio, maturando in una responsabilità che non è soltanto individuale, ma sociale e collettiva».

«All’incontro con l’Arcivescovo parteciperanno 150 adolescenti – il numero indicato dall’organizzazione perché la visita si svolga con tranquillità – che percorreranno l’itinerario del Giardino, incontrando le storie delle Giusti che lì sono ricordate. Al termine vi sarà la riflessione dell’Arcivescovo, che spiegherà anche le ragioni per cui ha deciso di invitarli proprio in quel luogo. Non dimentichiamo che, concludendo la visita al Memoriale, proprio lui espresse la richiesta che tutti gli oratori prevedano, almeno una volta all’anno, visite simili per i loro adolescenti».

Combattere la rassegnazione

Parole a cui fa eco Gabriele Nissim, presidente di Gariwo (Gardens of the Righteous Worldwide) e cofondatore del Giardino dei Giusti di Milano che, sottolineando anche la recentissima inaugurazione del Giardino della Farnesina dedicato ai “Giusti” tra i diplomatici, delinea il significato della presenza di tanti adolescenti: «Il 6 marzo abbiamo appena celebrato la Giornata dei Giusti dell’umanità, ricordando quattro figure straordinarie: il premio Nobel Narges Mohammadi, attivista iraniana e Premio Nobel per la Pace 2023; Vera Vigevani, che ancora oggi, a 96 anni, porta la testimonianza delle Madri di Plaza de Mayo nelle scuole di Buenos Aires; Jurij Dmitriev, lo storico condannato con false accuse per il suo lavoro sulle vittime dello stalinismo e che si trova attualmente in stato di prigionia; Altiero Spinelli, incarcerato dal regime fascista, autore del “Manifesto di Ventotene” per un’Europa libera e unita».

«Credo – aggiunge Nissim – che il senso di tutto questo sia quello insito in una lotta contro la rassegnazione. Oggi il mondo sta andando in una cattiva direzione, anche se noi non ce ne stiamo forse accorgendo, perché viviamo liberamente: un mondo molto pericoloso, dove vengono messi in discussione i confini in Europa, dove c’è guerra, repressione… Quindi il Giardino vuole chiamare al coraggio della responsabilità, anche perché, come diceva Primo Levi, il male – seppure perpetrato altrove – non accade in un’isola lontana e, alla fine, rischia di sommergerci».

Il male di ogni giorno

«Mi chiedo spesso – continua Nissim – perché, per molto tempo, abbiamo coltivato l’illusione che il male appartenesse solo al passato, mentre oggi abbiamo compreso che ogni generazione nuova è chiamata a fare delle scelte, essendo responsabile per il tempo presente. Ritengo che molto spesso non venga capito che i meccanismi dell’odio – ma anche quelli del bene, come testimoniano i Giusti – entrano nella società, nella quotidianità, nei rapporti personali e hanno degli effetti».

Insomma, come a dire che il male non è solo quello delle atrocità delle guerra di oggi e della Shoah di ieri, ma si realizza ogni giorno «per tappe, attraverso il disprezzo dell’altro, il bullismo, l’intolleranza». Per questo iniziative come «L’Arcivescovo ti incontra» sono particolarmente preziose, insegnando ai giovani a diventare custodi dell’altro, della libertà, di se stessi. Secondo un ulteriore principio che sta a cuore al presidente di Gariwo, ossia che «essere delle persone virtuose fa bene».

«Quando vado nelle scuole, raccontando le storie straordinarie dei Giusti, dico sempre che queste persone non hanno agito per un’idea di sacrificio, anche se poi hanno pagato un prezzo molto alto, ma perché credevano nella bellezza dell’essere umano e del mondo e quanto la virtù faccia bene».