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Delpini: «Andate perché qualcuno vi manda come pellegrini di speranza, fidandosi di voi»

Duemila giovani hanno preso parte all’incontro di preghiera presieduto dall’Arcivescovo in preparazione al Giubileo degli adolescenti, che culminerà con il passaggio della Porta santa il 26 aprile e con la canonizzazione di Acutis

di Annamaria BRACCINI

29 Marzo 2025
Agenzia Fotogramma

«Manca meno di un mese alla canonizzazione del primo ragazzo milanese che diventerà santo: Carlo Acutis. Un ragazzo come noi, uno che ci ha aperto la strada. La strada di quelli che non desiderano essere “fotocopie” di nessuno ma vivere in modo unico e originale la loro fede». 

Lo dice così, con una semplicità disarmante, un giovane, e lo scandisce dall’altare maggiore del Duomo sul quale per l’occasione sono poste una reliquia e una grande immagine di Carlo, e dove si affollano, tra le navate, fin dal primo pomeriggio, centinaia e centinaia di adolescenti e di preadolescenti con i loro educatori ed educatrici. 

In tutto, i duemila che prendono parte all’incontro di preghiera presieduto dall’Arcivescovo, in preparazione al Giubileo degli adolescenti che culminerà con il passaggio della Porta santa, il 26 aprile e con la canonizzazione di Acutis. Il santo “2.0” che quando morì, per una leucemia fulminante, aveva solo 15 anni. Un coetaneo, allora, dei 6.500 tra ragazze e ragazzi ambrosiani che dal 25 al 27 aprile prossimi, vivranno il Giubileo, come “segni di speranza verso Roma”, per usare il titolo della celebrazione in Cattedrale. Il “cuore” della giornata giubilare diocesana dedicata agli adolescenti che in mattinata e anche, usciti dal Duomo, ha visto i giovani camminare per le vie di Milano raggiungendo tanti luoghi concreti di vera e propria rinascita. Infatti, grazie alla Fondazione degli Oratori Milanesi e con il contributo di Caritas ambrosiana, ma anche di tante altre associazioni – 80 le proposte con il coinvolgimento di 65 realtà del mondo del volontariato -, l’essere pellegrini di speranza è diventata un’esperienza concreta. Visitando, oltre ai servizi legati al mondo di Caritas ambrosiana, ad esempio, chi opera negli ospedali milanesi, il Pime, Casa della Carità, la Comunità di Sant’Egidio, Libera, il Csi e molti altri ancora.  

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Agenzia Fotogramma

Una sorta di “24 ore” giubilare che proseguirà con l’animazione dell’Eucaristia in ciascuna comunità, domani domenica 30 marzo, a cui sono stati invitati in modo specifico tutti i partecipanti all’iniziativa. 

Tra tanti canti evocativi – alcuni creati appositamente per il Giubileo degli adolescenti e per Carlo Acutis, eseguiti tutti al meglio dal Coro del Decanato di Cernusco sul Naviglio -, riflessioni, la parola del vescovo Mario Delpini, accanto a lui ci sono il vicario episcopale di Settore e presidente Fom, don Giuseppe Como e il direttore della Fom stessa, don Stefano Guidi, mentre un gruppo nutrito di giovani siede in altare maggiore, si avvia, così la celebrazione segnata da un momento di particolare emozione per la testimonianza di Samir Ahmed.

Samir, campione per caso 

Un ventunenne di origini egiziane, arrivato a 14 anni, «perché volevo una casa come gli altri», Samir racconta, narrando di una vita nel Paese natìo fatta del lavoro a 8 anni, di mancanza della scuola, di umiliazioni. Poi, «a 13 anni e mezzo, sono salito su un barcone: nove giorni di mare guardando la morte in faccia». Unica ricchezza «un limone, per me la cosa più preziosa che, però, una notte ho dato a un ragazzo che stava per morire». 

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Infine, l’arrivo in Italia in una Casa-famiglia, la licenza di scuola media, conseguita con il massimo dei voti, il sogno di diventare un calciatore capendo che, invece, il suo destino di campione era nella corsa. Tanto che, in un solo giorno, Samir ha conquistato il titolo italiano indoor dei 200 e 400 metri nella categoria T11, non vedenti, come guida di Alessandro Cannata.

E, allora, i semi di luce – simboleggiati da piccole fiammelle di candele portate tra le mani dagli adolescenti fino ai piedi dell’altare maggiore -, diventano quasi palpabili, come il richiamo che, poco dopo, l’Arcivescovo rivolge ai ragazzi. Infatti, in riferimento alla pagina del Vangelo di Giovanni al capitolo 20, con l’incontro di Gesù con Maria Maddalena, il vescovo Mario lascia ai futuri pellegrini 3 parole.  

«Andate, seminate speranza».

La prima è il «perché» del “perché piangi?” rivolto a Maria di Màgdala presso il sepolcro. «La domanda di Gesù – osserva monsignor Delpini che si rivolge direttamente a chi ha di fronte – è quella di un amico che sa dei tuoi sogni e delle lacrime, del tuo desiderio di essere felice e di rendere felici quelli che ami; che sa delle tue fantasie, dei tuoi peccati di cui ti vergogni, delle cattiverie che ti rimproveri. La domanda di Gesù è l’invito a capire e a capirsi, a non vivere a caso, a non rassegnarsi a essere infelice». 

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La seconda parola è “Maestro, Rabbunì”. «La parola che riconosce Gesù presente che ti chiama, che non ti lascia sola o sola tra le tue lacrime: che tu riconosci e ascolti, quando leggi il Vangelo, quando partecipi alla Messa con tutta la tua comunità, quando chiedi perdono nella confessione e puoi dire “Maestro, tu mi insegni la via della vita, tu mi vuoi essere amico, io posso parlare con te perché sei vivo”. Un Maestro con cui puoi parlare quando sei scoraggiato e solo». 

Terzo: “va’” sull’evangelico “va’ dai miei discepoli”: «cioè non stare fermo, hai una vita da vivere, hai qualcosa da dire agli altri, anche a coloro che non sanno niente di Gesù. Tutti hanno bisogno del messaggio di Gesù: va’ non essere timido, pigro, non lasciarti spaventare dai bulli, quelli che rendono infelici gli altri perché lo sono loro; va’ con gli amici, gli educatori, i ragazzi più giovani». «Andate, seminate speranza, sorridete». 

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Il mandato agli adolescenti pellegrini 

Infine, dopo la prolungata adorazione della croce in ginocchio, la celebrazione del Mandato, introdotta da don Como. «Se ricevete il mandato dal Vescovo andate a Roma come Chiesa, non solo a nome personale o del gruppo o dell’oratorio. Andate perché qualcuno vi manda come pellegrini di speranza, fidandosi di voi». 

E arriva, anche, al termine con un video, l’annuncio del logo e del titolo dell’oratorio feriale 2025: “Toc Toc. Sono con voi tutti i giorni” (il mandato agli animatori si svolgerà in piazza del Duomo, il 30 maggio). 

Prima della benedizione solenne c’è ancora tempo per un saluto dell’Arcivescovo che è un arrivederci:  «Vi aspetto a Roma, davanti alla Porta santa di San Pietro e vi chiederò quale delle tre parole che vi ho detto, sarà quella scelta da ciascuno». 

Il 5 maggio, prossimo, inoltre, verrà celebrata sempre in Duomo la Messa di ringraziamento per la canonizzazione di Acutis, presieduta dall’Arcivescovo, concelebrata dal vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino.     

Mentre, alle porte della Cattedrale, vengono raccolti fondi per gli Empori della Solidarietà di Caritas ambrosiana, i gruppi di adolescenti si dividono, per proseguire nelle visite ai luoghi di speranza. 

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