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Liturgia

Celebrare cantando, per insegnare e imparare a pregare

In «Melodie per la Messa secondo il rito ambrosiano» di don Alberto Miggiano (Centro ambrosiano) raccolti i brani da utilizzare nelle celebrazioni. Pubblichiamo la prefazione dell’Arcivescovo sulla necessità della preghiera: insegnarla significa «amare l’umanità», per impararla occorre «dimorare in Gesù»

di monsignor Mario DELPINI Arcivescovo di Milano

12 Giugno 2025

È uscito in libreria Melodie per la Messa secondo il rito ambrosiano (Centro ambrosiano, 208 pagine, 35 euro), un compendio per i fedeli e i ministri ordinati di tutto il corpus melodico riportato nei libri liturgici per renderne agevole anche l’uso nella celebrazione dell’Eucaristia. Pubblichiamo la prefazione dell’Arcivescovo.

Come è necessario pregare! Senza la preghiera un velo di tristezza si distende sulla vita, anche sulla vita esuberante di opere gloriose e di allegria. Nella città in cui non si prega un principio di disperazione si insinua, anche nella città scintillante di attrattive. Nel pensiero che ignora o addirittura disprezza la preghiera, si sperimenta una riduzione alla funzionalità miope, forse persino una banalità, anche nel pensiero brillante e complicato.

È necessario pregare. È necessario cioè che la relazione con Dio, in qualunque modo si possa intendere relazione e in qualunque modo si possa intendere Dio, offra un appiglio per percepire uno spiraglio oltre il velo della tristezza e il principio della disperazione.

La necessità di pregare ha indotto molti a cercare le vie della preghiera e ha convinto molti che insegnare a pregare, cioè condividere la propria esperienza, sia una forma eccellente di amore per l’umanità. La ricerca di Dio ha motivato percorsi verso le vette delle montagne, verso le solitudini del deserto, verso l’intimità e il raccoglimento.

I discepoli di Gesù l’hanno sorpreso in preghiera e gli hanno chiesto: «Insegnaci a pregare» (cfr. Lc 11,1).

Come è difficile pregare! Sarebbe inesauribile l’elenco delle difficoltà che incontrano coloro che vogliono pregare. Dio è troppo lontano, chi lo può raggiungere? Dio è troppo incomprensibile e tremendo: chi gli può parlare? Io sono troppo peccatore: come posso avvicinarmi al Dio santo? Io sono troppo impegnato e occupato: quando posso trovare il tempo per pregare? Ho cercato nella solitudine e nell’intimità e ho trovato il vuoto: dov’è Dio? Ho cercato nei libri e nelle chiese e ho trovato la noia: com’è Dio? Ho cercato nell’emozione e nell’estasi e ho sperimentato il sospetto di una illusione: è cosa seria la preghiera?

«Voi pregate così» (cfr. Mt 6,9). I discepoli che invocano l’aiuto del Maestro per imparare a pregare si sentono chiamati non a ripetere una pratica, ma a condividere la preghiera di Gesù. Senza Gesù non possiamo fare niente, neppure pregare. Coloro che dimorano in Gesù sperimentano che la preghiera non è una impresa umana, ma un dono di Dio e perciò un percorso di conversione. E infatti Gesù coinvolge nella relazione con il Padre nell’unico modo possibile: per opera di Spirito Santo.

Insegna Gesù: non dite «io», dite «noi»; non dite «Dio», dite «Padre»; non dite «ti porto il mio pane, di offro i miei sacrifici», dite «dacci oggi il nostro pane quotidiano». La via affidabile per imparare a pregare è dimorare in Gesù, accedere al Padre per la mediazione di Gesù, lasciarsi convocare per celebrare il memoriale di Gesù. Dunque il principio della vita è la Pasqua di Gesù e la sua celebrazione è fonte di vita e perciò di condizione e scuola di preghiera.

Celebrare per imparare a pregare. I discepoli di Gesù imparano che l’incontro che salva, la comunione con il Padre che accoglie nella sua misericordia, cioè la preghiera, si pratica e si impara nella celebrazione dei santi misteri. La celebrazione eucaristica è la forma della preghiera cristiana e ispira ogni altro percorso di preghiera.

Per questo è decisivo imparare a celebrare. Il Messale è strumento per quel celebrare che edifica la Chiesa e forma le persone perché siano all’altezza della loro vocazione di figli e figlie di Dio.

Il sussidio che don Alberto Miggiano offre in questa pubblicazione intende suggerire come la celebrazione possa esprimersi con il canto: con la bellezza, con la disciplina, con la coralità del canto. Perciò sono grato a don Alberto e raccomando questo strumento a coloro che sinceramente, umilmente, pazientemente, desiderano imparare e insegnare a pregare.