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«Avvenire», l’informazione seria e attendibile

L’Arcivescovo scrive in occasione della Giornata diocesana del quotidiano di ispirazione cristiana, a servizio dei cattolici sfatando i luoghi comuni e i giudizi maliziosi, settari, insinuanti e saccenti

di Mario DELPINI Arcivescovo di Milano

5 Novembre 2023

«Può un cattolico essere intelligente?» domanda con il suo sorriso cinico il sig. Luogocomune. Infatti il Luogocomune non fa che ripetere il pregiudizio che la fede impedisce di pensare e crede che l’intelligenza convinca a non credere a niente.
L’ignoranza impedisce di riconoscere l’immenso patrimonio di pensiero del cristianesimo antico e presente. Il quotidiano Avvenire propone ogni giorno la documentazione che smentisce il sig. Luogocomune: ospita infatti pensieri contemporanei e rievoca pensatori dei secoli con articoli documentati e illuminanti.

«Può un cattolico non essere d’accordo con un altro cattolico?ۘ» domanda con la sua smorfia insinuante il sig. Malizioso. Il Malizioso, infatti, si immagina l’obbligo per i cristiani di pensare allo stesso modo, di lasciarsi inquadrare nell’uniformità.
Il quotidiano Avvenire invece promuove spesso il confronto tra diverse posizioni a favore e contro scelte e idee. Il riferimento alla verità cristiana non è un principio di omologazione, ma l’indicazione di un orientamento a seguire Gesù, l’unico Signore che raccoglie frammenti di luce in ogni cultura, pensiero, tradizione.

«Può un cattolico fare politica?» domanda con il suo fare arcigno il sig. Settario. Infatti il sig. Settario concepisce la politica come la pratica del litigio sistematico, dell’insanabile disprezzo reciproco, della corruzione e degli affari sporchi.
Il quotidiano Avvenire segue la politica italiana, europea, internazionale, dà voce ai suoi protagonisti, promuove l’impegno per servire il bene comune. Il quotidiano si ispira alla dottrina sociale della Chiesa, raccoglie con intelligenza l’insegnamento di Papa Francesco e incoraggia i cattolici italiani a non sottrarsi a responsabilità amministrative e politiche.

«Può un cattolico interessarsi di cronaca nera, di cronaca rosa, di pettegolezzi morbosi?» domanda con il suo ammiccare insinuante il sig. Viscido. Il sig. Viscido, infatti, pensa che tutti siano come lui. Perciò sospetta in tutti, anche dietro l’apparenza ineccepibile dei bacchettoni, il curiosare ambiguo, la ricerca del particolare piccante, il gusto del macabro.
Il quotidiano Avvenire non si sottrae al dovere di fare cronaca. Racconta però con garbo, non dichiara colpevoli gli accusati non ancora giudicati, e tratta con discrezione le vicende personali.

«Può un cattolico essere filo-americano o filo-russo, filo-israeliano o filo-palestinese. Da che parte sta un cattolico?» domanda con il suo fare saccente il sig. Faccendiere.
Il Sig. Faccendiere, infatti, è convito che l’ideologia e i programmi politici servano a far soldi e che la storia la scrivono quelli che sono più prepotenti.
Il quotidiano Avvenire ha buone ragioni per vantarsi di offrire informazioni affidabili e interpretazioni intelligenti di politica internazionale, dà spazio non solo alle dichiarazioni dei potenti, ma anche alle tribolazioni della povera gente. Indubbiamente ha le sue simpatie, perché la compassione non può essere neutrale.

La Giornata diocesana di Avvenire mi offre l’occasione per ringraziare il direttore e tutti i suoi collaboratori, così come tutti gli amici della buona stampa che ne promuovono la diffusione. E quando dico Avvenire intendo naturalmente anche il prezioso inserto domenicale Milano Sette, curato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi. Soprattutto vorrei raccomandare a tutti la lettura di questo giornale come uno strumento di formazione permanente. Abbiamo anche il dovere di smentire coloro che non nascondono pregiudizi sui cattolici italiani. Ci riusciremo non con i battibecchi, ma con una visione seria della realtà italiana e internazionale e con una informazione attendibile sulla Chiesa. Insomma: Avvenire.