Percorsi ecclesiali

La Visita pastorale 2023-2024

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Testimonianza

Acor, realtà che allevia le ferite e apre il cuore alla speranza

Nella visita pastorale al Decanato di Melzo l’Arcivescovo ha incontrato il gruppo che accompagna le persone separate, divorziate o in nuova unione: «La paura di non trovare un ascolto si supera grazie alla sensazione di non essere soli nel cammino di fede», racconta una di loro

di Claudio URBANO

12 Marzo 2024
Il Gruppo Acor di Melzo con l'Arcivescovo

Sabato 9 marzo ha incontrato il volto di una Chiesa che accoglie, monsignor Mario Delpini, in visita pastorale al Decanato di Melzo, dedicando parte della giornata al dialogo con il Gruppo Acor, l’esperienza che accompagna nel cammino di fede le persone separate, divorziate o in nuova unione. Una missione a cui aveva esortato lo stesso Arcivescovo, invitando i tanti fedeli che con convinzione aderiscono a questa esperienza a essere «medici feriti che continuano a curare» e «peccatori perdonati che hanno sperimentato la misericordia di Dio», certi di potersi riconoscere a casa nella comunità cristiana.

Esprime il sentimento di tutti Roberta Tremolada, tra i responsabili del gruppo di Melzo: «Ci emoziona sapere che monsignor Delpini, che nella sua persona rappresenta tutta la Diocesi, abbia voluto sentire “come stiamo”, sentire le sue parole di sostegno e il suo sguardo su di noi. Che, anche se siamo già accompagnati nel nostro percorso di discernimento, non abbiamo ancora il cuore completamente guarito».

È il profeta Osea a raccontare della valle di Acor come luogo della misericordia di Dio, dove la desolazione si trasforma in «porta di speranza». Ed è questa esperienza che alcuni componenti del gruppo di Melzo hanno testimoniato all’Arcivescovo, raccontando la propria storia e le domande ancora aperte. Come quelle di chi, nella nuova condizione di “divorziato”, cerca comunque di restare fedele al sacramento del proprio matrimonio, e racconta di essere riuscito via via a lasciarsi avvolgere dall’amore del Signore, pensando ora di poter essere comunque felice. Oppure quella di chi, perso tragicamente il marito con cui stava realizzando il desiderio di avere un figlio, ha via via condiviso sempre più la quotidianità con un altro uomo, che a sua volta ha incontrato in lei la persona con cui è riuscito a uscire dal profondo vuoto interiore che l’aveva portato a rompere il proprio matrimonio.

Roberta Tremolada, dell’equipe del Gruppo Acor di Melzo

Esperienze dolorose, dunque, che si riescono a condividere proprio perché, sottolinea Tremolada, «il nostro stile è quello di un gruppo in cui si è accolti, in qualsiasi momento; e dove anche solo l’incontro con altre persone che sono sulla stessa barca, in uscita dalle acque agitate di una separazione può diventare motivo di sollievo. Al centro degli incontri l’esperienza del perdono, guidati dalla lettura del Vangelo, dall’accompagnamento dei sacerdoti e dall’ascolto di altre testimonianze di vita. Un perdono che, assicura Tremolada, «può diventare fonte di consolazione sia per chi ha subito una separazione sia per chi ne è stato in qualche modo l’artefice». 

La certezza di essere accolti non si esaurisce nell’incontro del gruppo Acor, che a Melzo riunisce mensilmente circa 40 persone: «il gruppo è, anzi, un percorso che ci stimola a vivere pienamente anche all’interno delle nostre comunità», sottolinea Tremolada, che in prima persona ha sperimentato questo spirito di accoglienza nella propria parrocchia di Gorgonzola. Chi arriva da un’esperienza di separazione, confida, «teme di non trovare un ascolto, di sentirsi abbandonato; per noi però non è stato così. Ciascuno di noi sente che la propria fede è viva, e desidera proseguire il cammino insieme alla comunità».

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Programma
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