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Vocabolario/6

Abusi, le parole della prevenzione: narcisismo

Ne esistono due tipi: quello «auto-ingannatorio», che rende incapaci di vedersi realisticamente, e quello «reattivo o maligno», che sfocia in aggressività e crudeltà. In ambito ecclesiale porta spesso al "culto" di sé

a cura del Servizio Regionale delle Diocesi lombarde per la tutela minori e adulti vulnerabili

16 Aprile 2025

Significato

Le ricerche sui soggetti abusanti, in ambito professionale e pastorale, individuano nell’area del narcisismo le personalità più predisposte ad abusi di autorità, di coscienza e sessuali: «Gli individui narcisistici non sono necessariamente identificati dal modo in cui si sentono, ma da come fanno sentire gli altri» (G. O. Gabbard – H. Crisp, Il disagio del narcisismo. Dilemmi diagnostici e strategie con i pazienti narcisisti, Raffaello Cortina Editore, 2019, p. 48)

La personalità narcisista è caratterizzata da alcuni tratti fondamentali: un modello di comportamento costantemente e rigidamente guidato, da una parte, da un senso di grandiosità, da un forte bisogno di ammirazione e, dall’altra, da angoscia di fallimento e anche da vittimismo quando qualche persona o un gruppo non corrisponde alle proprie aspettative; mancanza di empatia e senso di colpa e quindi di percezione del danno e della sofferenza inflitta alle persone anche fragili; apparente capacità di comprendere “al volo” le persone con i loro bisogni per poterle aiutare, ma in realtà le manipola per possederle, dominarle, controllarle, usarle secondo suoi obiettivi personali; in questa assenza di empatia, la persona narcisista ignora il rispetto delle persone, soprattutto i confini corporei, emotivi, spirituali e morali sia dei minori, come dei giovani e anche degli adulti più vulnerabili; il narcisista disprezza e svaluta facilmente le persone sottoposte, ma anche colleghi e colleghe e decide da solo evitando un vero confronto paritario con altri adulti: vuole avere sempre “le mani libere” per decidere arbitrariamente e avere sempre l’ultima parola, e non accetta verifiche.

Si possono schematicamente distinguere due tipi di narcisismo.

Il narcisismo «auto-ingannatorio»: narcisismo deriva dalla stessa radice di “narcosi” e descrive una situazione esistenziale caratterizzata da una visione irrealistica e confusa di sé. Una persona è assolutamente convinta di essere più grande – più intelligente, più capace, più profonda, più bella, ecc- degli altri e di ciò che è, ma in realtà non è in grado di vedere realisticamente se stessa.

Narcisismo «reattivo o maligno»: si caratterizza per un più alto tasso di aggressività, espressa o potenziale, fino ad arrivare alla crudeltà o addirittura al sadismo. Queste personalità si trovano in un’area mista tra narcisismo e disturbo paranoide e antisociale di personalità.

In ambito ecclesiale/sociale è spesso una persona, uomo o donna che sia, caratterizzata da una leadership importante e carismatica per la quale si realizza un capovolgimento emblematico che possiamo riassumere in uno slogan: “Dal ministro di culto al culto del ministro”. Lo slogan vale, nel medesimo senso, anche per una donna leader e per altre figure.

Domande

Nelle situazioni acclarate di abusi di diverso tipo – in comunità, gruppi, associazione, movimenti – emergono nettamente tre costanti: autoreferenzialità del leader; esclusione di confronti, revisioni e supervisioni esterne; mancanza di équipe o consigli con persone riconosciute di pari grado e responsabilità. Quali tipi di revisione e supervisione esterne alle nostre comunità educative, pastorali o religiose, possiamo richiedere e progettare?

Spesso la mentalità nei contesti educativi, pastorali, associativi rischia di delegare troppo a chi è al comando e senza accorgersi potrebbe anche colludere con il narcisismo di chi comanda. La prevenzione quindi non può essere compito esclusivo di chi guida, dirige o presiede una comunità o una qualsiasi aggregazione o istituzione. La prevenzione non è comunque solo della dirigenza. Ci chiediamo allora se, quando, quanto, come e per chi, abbiamo fatto incontri sulla tutela e la prevenzione abusi su minori e adulti vulnerabili. Ogni Consiglio pastorale, ogni comunità educante con i diversi ruoli e soggetti, ogni istituzione religiosa dovrebbe rendersi responsabile di questa formazione. Purtroppo è grave responsabilità istituzionale se tutto questo non è stato ancora realizzato.

Spesso si crede, un po’ stupidamente, che la prevenzione degli abusi sarebbe contro chi è in posizione di comando e di leadership. In realtà la prevenzione non è contro qualcuno, ma a favore di tutti. In un cammino di prevenzione tutti sono chiamati a crescere. La prevenzione rende migliori le relazioni, i processi e i contesti educativi; difende le persone più giovani e comunque le persone più vulnerabili; stimola l’attenzione consapevole e la prudenza di chi potrebbe rendersi responsabile di abusi; dona fiducia e garanzia ai genitori; sostiene e responsabilizza la comunità cristiana e civile; aiuta a rivedere le nostre preferenze nelle relazioni e il nostro stile educativo, formativo e di discernimento. Possiamo dialogare insieme pensando a come potrebbero essere aiutati tutti i diversi soggetti coinvolti.

Strumenti

Apa, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), Raffaello Cortina, Milano 2014. I codici ICD-9-CM e ICD-10-CM che classificano il Disturbo narcisistico di personalità sono: 301.81 e F60.81.

Cencini A., Deodato A., Ugolini G., Abusi nella chiesa, un problema di tutti. Oltre una lettura difensiva o riduttiva, La Rivista del clero italiano, 2029, 4.

Francesco, Lettera del Santo Padre Francesco al popolo di Dio (20 agosto 2018)

Parolari E., Dal ministro di culto al culto del ministro. La figura del narcisismo, Tredimensioni 18 (2021), pp. 308-312

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