Speciale

Venti di guerra sulla Terra Santa

Share

Medio Oriente

Francesco: «Siano liberati gli ostaggi, non si versi altro sangue innocente»

Il Papa: «I civili non siano vittime del conflitto». L'ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme William Shomali parla dei cristiani rifugiati nella parrocchia di Gaza: hanno riserve di cibo e acqua, ma scarseggia il carburante per l'energia elettrica

18 Ottobre 2023

di Marie DUHAMEL e Luca COLLODI

Da Vatican News

Mentre l’esercito israeliano si sta preparando per le prossime tappe nella guerra contro Hamas, la Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Terra Santa è stata accompagnata dal Papa con un appello dal suo account X @Pontifex: «Siano liberati gli ostaggi, i civili non siano vittime del conflitto, si rispetti il diritto umanitario e non si versi altro sangue innocente».

Shomali: stiamo aiutando la gente e i cristiani a Gaza

Per il Pam, il Programma alimentare mondiale dell’Onu, nei negozi di Gaza sono rimasti generi alimentari sufficienti solo per altri 4-5 giorni. «Seguiamo ora per ora lo svolgimento degli eventi a Gaza e la vita dei cristiani della parrocchia latina – afferma il vescovo William Shomali, vicario generale del Patriarcato latino di Gerusalemme -. Stiamo aiutando la gente tramite agenzie umanitarie e varie realtà cristiane che si trovano sul posto, come Catholic service e la missione pontificia».

Le riserve scarseggiano

I parrocchiani di Gaza – racconta il presule – hanno un deposito per il cibo e per l’acqua, manca però il cash per distribuire denaro ai diversi organismi e famiglie. Attualmente nella parrocchia si trovano tra le 400 e le 500 persone e un numero simile è anche nella parrocchia ortodossa. Cristiani si trovano anche nell’ospedale anglicano».

A Gaza ci sono fondazioni cristiane e così possiamo prenderci cura di loro, prosegue monsignor Shomali. «Mangiano insieme in ogni posto, quando portiamo l’acqua è per tutti», dice, spiegando che non è più molto il carburante e anche l’elettricità necessaria per tirare l’acqua da sotto terra. «Nella parrocchia latina – spiega – abbiamo un pozzo dal quale c’è possibilità di avere l’acqua ma solo quando c’è elettricità».

La preoccupazione è molta. Se «il blocco di Gaza continua – afferma il vicario del Patriarcato – mancheranno le cose necessarie. Finora possiamo trovare ciò che serve pagando però un prezzo alto: una bottiglia d’acqua, che prima costava 2 euro, ora costa circa 6 euro: è troppo per la gente. Per fortuna talvolta compriamo e talvolta riceviamo gratis il necessario come l’acqua e il cibo dalle diverse agenzie ma siamo angosciati per l’avvenire».