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Esclusivo

Una splendida «Natività» miniata della Biblioteca Capitolare del Duomo

Fa parte del magnifico Messale donato nel 1468 dal cardinal Nardini alla cattedrale milanese, opera di un miniatore di gusto giottesco: un tesoro sconosciuto, da riscoprire.

di Luca FRIGERIO Redazione

22 Dicembre 2010

La Biblioteca del Capitolo del Duomo di Milano è uno scrigno nascosto di straordinari tesori. Codici pregiati, rari documenti, noti per la loro importanza agli studiosi ma pressochè sconosciuti al grande pubblico, anche perchè non ancora presentati organicamente in uno specifico catalogo o in un’apposita mostra: iniziative che, c’è da augurarsi, sarebbe necessario venissero realizzate quanto prima…

Nell’attesa, come già è stato fatto lo scorso anno su queste pagine con il Messale Arcimboldi, ecco un nuovo, modesto contributo alla scoperta di un’altra fra le gemme più preziose della Capitolare: il Messale ambrosiano detto «Nardini» dal nome del cardinale arcivescovo che lo donò alla cattedrale milanese nel 1468. Un codice di monumentale bellezza, costituito da 283 fogli vergati in elegante gotica libraria, con due splendide miniature a piena pagina (con le rappresentazioni della Gloria di Cristo e della Crocefissione) e un centinaio di altre mirabili miniature di diverse misure, con figure e ornamentazioni a motivi floreali.

La nostra attenzione, sempre con l’assistenza dei bibliotecari Laila Gagliano e Stefano Malaspina, anche questa volta si è soffermata su alcune illustrazioni consone all’attuale clima “natalizio”. Quella che qui presentiamo, infatti, è una delicata, struggente raffigurazione della Natività, inserita nel cerchio di smagliante turchese di un capolettera, d’oro riquadrato. Al centro della minuscola scena giace il Bambino Gesù, strettamente avvolto in fasce e deposto in una grande mangiatoia, lambito dai musi del bue e dell’asino, in una composizione che riprende quella simile presente sul sarcofago di Stilicone, del IV secolo, presso la basilica di Sant’Ambrogio a Milano. La postura immobile e distesa del Divino Infante, peraltro, sembra già prefigurare la morte di Cristo, quasi anticipando simbolicamente la deposizione nel Sepolcro, così come le bende richiamano il sudario, le venature della greppia evocano la pietra dell’unzione.

In basso a sinistra riposa supina la Vergine: una raffigurazione della Madonna del parto diffusa soprattutto in ambito orientale, ma frequentemente testimoniata anche in area italiana. Dolcissimo il gesto con cui Maria, alzando una mano, va come ad accarezzare la testolina di suo figlio. A destra, invece, siede Giuseppe in atteggiamento evangelicamente pensoso, il mento barbuto sorretto dalla mano destra: l’esile colonna davanti a lui è un semplice quanto efficace espediente del miniaturista per dare quel minimo di profondità e di prospettiva alla scena.

Sopra la tettoia, in alto, ecco l’annuncio ai pastori ad opera di un angelo, il braccio e l’indice spiegato. L’uomo a sinistra, quasi solo un ragazzo, ha già le mani giunte in preghiera: dietro a lui tre pecore a indicare il gregge intero. Un cane addormentato è invece ai piedi dell’altra figura maschile, che reca in testa un particolare cappello conico che sembra vagamente riecheggiare i copricapi alla “bizantina” di tante raffigurazioni rinascimentali: dietro a lui spuntano le corna di un ariete, presenza che ribadisce, forse, il significato sacrificale di questa Natività.

Nulla si sa dell’autore di queste incantevoli miniature, anche se è possibile ipotizzare una sua formazione lombarda e propriamente ambrosiana. Un artista ancora affascinato dallo stile giottesco, che pare ispirarsi ai cicli pittorici del tiburio di Chiaravalle e della chiesa abbaziale di Viboldone, con caratteri tardogotici, e quindi attivo, probabilmente, nell’ultimo scorcio del Trecento. Anonimo, dunque: ma così delicato nella resa delle figure, così armonioso nella composizione dei colori, da meritare oggi la nostra ammirazione più sincera.

Alla Biblioteca del Capitolo Metropolitano, la più antica di Milano, si accede dal Palazzo dei Canonici (Piazza Duomo, 16): è aperta nei martedì non festivi dalle ore 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. La consultazione dei libri e dei documenti dell’archivio è consentita a studiosi e ricercatori. Per informazioni: tel. 02.72008540; email bibarchimetromi@virgilio.it La Biblioteca del Capitolo del Duomo di Milano è uno scrigno nascosto di straordinari tesori. Codici pregiati, rari documenti, noti per la loro importanza agli studiosi ma pressochè sconosciuti al grande pubblico, anche perchè non ancora presentati organicamente in uno specifico catalogo o in un’apposita mostra: iniziative che, c’è da augurarsi, sarebbe necessario venissero realizzate quanto prima…Nell’attesa, come già è stato fatto lo scorso anno su queste pagine con il Messale Arcimboldi, ecco un nuovo, modesto contributo alla scoperta di un’altra fra le gemme più preziose della Capitolare: il Messale ambrosiano detto «Nardini» dal nome del cardinale arcivescovo che lo donò alla cattedrale milanese nel 1468. Un codice di monumentale bellezza, costituito da 283 fogli vergati in elegante gotica libraria, con due splendide miniature a piena pagina (con le rappresentazioni della Gloria di Cristo e della Crocefissione) e un centinaio di altre mirabili miniature di diverse misure, con figure e ornamentazioni a motivi floreali.La nostra attenzione, sempre con l’assistenza dei bibliotecari Laila Gagliano e Stefano Malaspina, anche questa volta si è soffermata su alcune illustrazioni consone all’attuale clima “natalizio”. Quella che qui presentiamo, infatti, è una delicata, struggente raffigurazione della Natività, inserita nel cerchio di smagliante turchese di un capolettera, d’oro riquadrato. Al centro della minuscola scena giace il Bambino Gesù, strettamente avvolto in fasce e deposto in una grande mangiatoia, lambito dai musi del bue e dell’asino, in una composizione che riprende quella simile presente sul sarcofago di Stilicone, del IV secolo, presso la basilica di Sant’Ambrogio a Milano. La postura immobile e distesa del Divino Infante, peraltro, sembra già prefigurare la morte di Cristo, quasi anticipando simbolicamente la deposizione nel Sepolcro, così come le bende richiamano il sudario, le venature della greppia evocano la pietra dell’unzione.In basso a sinistra riposa supina la Vergine: una raffigurazione della Madonna del parto diffusa soprattutto in ambito orientale, ma frequentemente testimoniata anche in area italiana. Dolcissimo il gesto con cui Maria, alzando una mano, va come ad accarezzare la testolina di suo figlio. A destra, invece, siede Giuseppe in atteggiamento evangelicamente pensoso, il mento barbuto sorretto dalla mano destra: l’esile colonna davanti a lui è un semplice quanto efficace espediente del miniaturista per dare quel minimo di profondità e di prospettiva alla scena.Sopra la tettoia, in alto, ecco l’annuncio ai pastori ad opera di un angelo, il braccio e l’indice spiegato. L’uomo a sinistra, quasi solo un ragazzo, ha già le mani giunte in preghiera: dietro a lui tre pecore a indicare il gregge intero. Un cane addormentato è invece ai piedi dell’altra figura maschile, che reca in testa un particolare cappello conico che sembra vagamente riecheggiare i copricapi alla “bizantina” di tante raffigurazioni rinascimentali: dietro a lui spuntano le corna di un ariete, presenza che ribadisce, forse, il significato sacrificale di questa Natività.Nulla si sa dell’autore di queste incantevoli miniature, anche se è possibile ipotizzare una sua formazione lombarda e propriamente ambrosiana. Un artista ancora affascinato dallo stile giottesco, che pare ispirarsi ai cicli pittorici del tiburio di Chiaravalle e della chiesa abbaziale di Viboldone, con caratteri tardogotici, e quindi attivo, probabilmente, nell’ultimo scorcio del Trecento. Anonimo, dunque: ma così delicato nella resa delle figure, così armonioso nella composizione dei colori, da meritare oggi la nostra ammirazione più sincera.Alla Biblioteca del Capitolo Metropolitano, la più antica di Milano, si accede dal Palazzo dei Canonici (Piazza Duomo, 16): è aperta nei martedì non festivi dalle ore 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. La consultazione dei libri e dei documenti dell’archivio è consentita a studiosi e ricercatori. Per informazioni: tel. 02.72008540; email bibarchimetromi@virgilio.it