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9 luglio

Carreras canta sul Duomo: «Una gioia come cittadino»

Il tenore spagnolo protagonista del terzo evento della rassegna promossa per sostenere il restauro della guglia maggiore: «Prima di cantare alla Scala cerco l'appoggio che viene da lassù»

di Ylenia SPINELLI Redazione

8 Luglio 2010

La musica aiuta l’arte in una cornice che non ha eguali. Si terrà infatti sulla terrazza del Duomo di Milano il concerto di José Carreras organizzato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo per sostenere il restauro della guglia maggiore della cattedrale. L’evento, il terzo della rassegna VivilDuomo, è in calendario venerdì 9 luglio alle 21.30, con repliche lunedì 12 e mercoledì 14.
Il programma prevede un primo tempo con composizioni sacre per soli e pianoforte, con la partecipazione del mezzosoprano Altea Pivetta. Nel secondo tempo, invece, Carreras eseguirà la Misa Criolla di Ariel Ramirez. Una Messa breve in cinque parti (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei) concepita nel 1963 dal compositore argentino come opera per tenore, coro e strumenti.
Carreras è molto contento di poter contribuire personalmente a un’iniziativa che unisce aspetti sociali, religiosi, artistici e musicali. «Per me è una soddisfazione – sottolinea – non solo come artista, ma anche come cittadino». La Misa Criolla, che rappresenta il tentativo di Ramirez di unire il folklore argentino con la musica sacra occidentale, diventa uno splendido veicolo per portare un messaggio di integrazione dei popoli (ad accompagnare Carreras ci sarà il gruppo strumentale peruviano Alturas) e per sensibilizzare ai bisogni del Duomo. «È un pezzo perfettamente adatto per il luogo in cui verrà eseguito – ha spiegato Carreras -, dura circa 25 minuti e ha momenti di grande emozione».
Alla cattedrale meneghina il tenore spagnolo è molto legato. «Tutti noi cantanti lirici che ci esibiamo alla Scala – ha detto -, quando abbiamo una “prima”, passiamo dal Duomo per un momento di raccoglimento o di preghiera per cercare l’appoggio che viene da Lassù».
Carreras ammette senza presunzione di aver realizzato il suo sogno di bambino: da più di quarant’anni infatti canta nei maggiori teatri del mondo. Una parte della fama che ha ottenuto è dovuta alla partecipazione ai concerti dei tre tenori, accanto a Luciano Pavarotti e Placido Domingo. «Un’esperienza straordinaria», ha ricordato.
Nemmeno la malattia, diagnosticatagli proprio al culmine della sua carriera, ha saputo fermarlo: dal 1988 presiede la Fondazione Internazionale Leucemia a lui intitolata. Molto attento al sociale, il prossimo 10 ottobre sarà di nuovo a Milano per un concerto benefico alla Scala. La musica aiuta l’arte in una cornice che non ha eguali. Si terrà infatti sulla terrazza del Duomo di Milano il concerto di José Carreras organizzato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo per sostenere il restauro della guglia maggiore della cattedrale. L’evento, il terzo della rassegna VivilDuomo, è in calendario venerdì 9 luglio alle 21.30, con repliche lunedì 12 e mercoledì 14.Il programma prevede un primo tempo con composizioni sacre per soli e pianoforte, con la partecipazione del mezzosoprano Altea Pivetta. Nel secondo tempo, invece, Carreras eseguirà la Misa Criolla di Ariel Ramirez. Una Messa breve in cinque parti (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei) concepita nel 1963 dal compositore argentino come opera per tenore, coro e strumenti.Carreras è molto contento di poter contribuire personalmente a un’iniziativa che unisce aspetti sociali, religiosi, artistici e musicali. «Per me è una soddisfazione – sottolinea – non solo come artista, ma anche come cittadino». La Misa Criolla, che rappresenta il tentativo di Ramirez di unire il folklore argentino con la musica sacra occidentale, diventa uno splendido veicolo per portare un messaggio di integrazione dei popoli (ad accompagnare Carreras ci sarà il gruppo strumentale peruviano Alturas) e per sensibilizzare ai bisogni del Duomo. «È un pezzo perfettamente adatto per il luogo in cui verrà eseguito – ha spiegato Carreras -, dura circa 25 minuti e ha momenti di grande emozione».Alla cattedrale meneghina il tenore spagnolo è molto legato. «Tutti noi cantanti lirici che ci esibiamo alla Scala – ha detto -, quando abbiamo una “prima”, passiamo dal Duomo per un momento di raccoglimento o di preghiera per cercare l’appoggio che viene da Lassù».Carreras ammette senza presunzione di aver realizzato il suo sogno di bambino: da più di quarant’anni infatti canta nei maggiori teatri del mondo. Una parte della fama che ha ottenuto è dovuta alla partecipazione ai concerti dei tre tenori, accanto a Luciano Pavarotti e Placido Domingo. «Un’esperienza straordinaria», ha ricordato.Nemmeno la malattia, diagnosticatagli proprio al culmine della sua carriera, ha saputo fermarlo: dal 1988 presiede la Fondazione Internazionale Leucemia a lui intitolata. Molto attento al sociale, il prossimo 10 ottobre sarà di nuovo a Milano per un concerto benefico alla Scala.