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Il cammino della Consulta diocesana nell’anno pastorale 2022-2023

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Dopo il cammino propedeutico intrapreso nel corso dell’anno pastorale 2021-2022, la consulta diocesana Comunità Cristiana e disabilità O tutti o nessuno, chiusa la breve pausa estiva, riprende il suo percorso ed è pronta ad affrontare le nuove sfide educative inclusive prefissate per il corrente anno pastorale.

Pietra angolare rimane la diffusione del verbo attivo dell’inclusione all’interno delle varie comunità cristiane, attraverso un atteggiamento sistemico che porti con sé l’abbracciare i vari bisogni o desideri emergenti, per poi giungere insieme ad un cambio di sguardo, il quale a sua volta comprenda sia l’atto dell’osservazione interna della realtà, sia l’azione di guardare esternamente, in modo da abbracciare altre dimensioni. La consulta crede fortemente nella forza dei legami territoriali e progettuali e quindi agisce da ponte fra le varie realtà esistenti, mettendole in connessione e favorendo un lavoro di rete, per permettere un contagio di inclusione che possa generare bellezza.

Si tratta di un contagio concentrico e al tempo stesso esplosivo: se da un lato ogni singola azione inclusiva genera delle onde che influenzano l’ambiente circostante e che richiamano l’immagine di un sasso gettato nell’acqua, dall’altro lato è necessaria una contaminazione inclusiva che generi nuove esplosioni di idee. Bisogna quindi allargare lo sguardo contagiando e facendosi contagiare da realtà apparentemente lontane, che possano generare nuovi legami e nuove vicinanze. Se si vuole creare una comunità cristiana capace di accogliere e allo stesso tempo di lasciarsi stupire dal limite, non è più possibile parlare di disabilità solamente all’interno della cerchia ristretta di persone altamente sensibili o già attraversate dalla fragilità: bisogna invece rompere le barriere arrivando a chi si sente apparentemente lontano o non coinvolto. In fondo, chi ha il diritto di sentirsi escluso, definendo così, in modo arbitrario, la normalità?

Le domande sono tante, così come i bisogni, e altrettante sono le realtà pastorali che operano quotidianamente in termini inclusivi. Ma possiamo fare di più. È necessario interrogarsi e ascoltare le famiglie che vivono una fragilità, portandole al centro del sapere, non come uditori ma come relatori di una conoscenza profonda, che porta con sé desideri, aspettative e sogni ed è contemporaneamente capace di “spiegarsi”, permettendoci di togliere le pieghe alle realtà escludenti. È necessaria quindi una formazione che miri, come dice la parola stessa, a dare “forma” alle azioni pastorali e le diriga sempre più verso opere inclusive pensate e poi agite, una formazione che non escluda né i membri della consulta né le persone che abbracceranno sul territorio i diversi momenti in programma durante l’anno: ogni azione formativa infatti contiene intrinsecamente uno scambio generativo che porta alla maturazione di nuove consapevolezze.

“Contagiare di inclusione”, “famiglia” e “formazione” saranno quindi le parole chiave che accompagneranno il lavoro della Consulta diocesana nell’anno pastorale 2022-2023. Si tratta di parole che ci permetteranno di leggere le realtà diocesane andando alla ricerca della bellezza esistente, dei desideri e anche degli insuccessi, consapevoli che solo partendo dal riconoscimento di un’eventuale esclusione in atto si può generare integrazione e giungere ad una reale inclusione. L’inclusione è infatti un processo consapevole, che porta con sé fatica, senso critico e obiettivi desiderabili, i quali si raggiungono passo dopo passo, proprio come un sasso gettato in acqua che genera prima onde concentriche veloci per poi affievolirsi, mischiandosi nella normalità del resto dell’acqua. Allo stesso modo una pratica è inclusiva solo quando diventa normale.

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