In diocesi rischia di passare sotto silenzio un avvenimento che nel suo svolgersi ha avuto straordinario rilievo e risonanza: la visita che Giovanni Paolo II volle fare nei giorni 2-4 novembre 1984 sulle strade di san Carlo Borromeo, del quale ricorreva il quarto centenario della morte.
A ben vedere fu in realtà un pellegrinaggio che Karol Woytila intraprese per onorare la memoria di colui che – disse, appena un anno dopo essere venuto a Milano in occasione del XX Congresso Eucaristico Nazionale – «mi è patrono celeste fin dal momento del battesimo».
Tre giorni intensissimi con tappe a Varese, Pavia, Varallo, Arona e Milano «che è stato uno dei poli dell’azione pastorale e del programma innovatore del grande Santo ».
Tenne in tutto diciassette discorsi, «alcuni brevi – scrisse il cardinale Carlo M. Martini –, altri più estesi, tutti legati a un tema di fondo: spiegare alla gente – fedeli e cittadini, magari neanche praticanti (ma accorsi a vedere il Papa) – le motivazioni religiose del viaggio e le conseguenze da trarre dal ricordo di san Carlo, per la fede, per il culto e per la vita della Chiesa e della società ».