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Dove è nata e continuamente rinasce l’istanza ecumenica?
Il riferimento primo va alla Parola di Cristo, di cui ci ha lasciato memoria l’evangelista Giovanni: «Fa che siano tutti una cosa sola: come tu, Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano uno in noi. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato » (17,21).
Non una volontà qualsiasi, ma quella ultima, testamentaria: lasciata in eredità.
Il secondo riferimento prende atto dei fatti e della loro storia amara e dolorosissima.
Di fronte a questa Parola i cristiani presentano una mappa squallida: cattolici, ortodossi, anglicani, protestanti, movimenti "settari".
Una inadempienza palese e clamorosa, con la quale le ragioni storiche e teologiche, anche se alte e raramente banali, smentiscono l’unica ragione che conta: quella di Cristo Signore.
Il terzo riferimento prende coscienza che l’unità della Chiesa non è un affare privato dei cristiani.
La Chiesa di qua e il mondo di là. Essa è chiesta «perché il mondo creda» che Cristo è davvero Cristo, il Salvatore donato al mondo dal Padre. Una Chiesa disunita non può essere che afona.
Crede di predicare Cristo e il suo Vangelo e rischia di predicare se stessa e la propria versione del dono di Dio agli uomini tutti.
Il quarto riferimento constata, di conseguenza, che la divisione della Chiesa, mentre tradisce la volontà di Dio e il suo amore unificante, tradisce con pari profondità l’uomo costretto alla incredulità e, quindi, alla perdita del suo diritto a conoscere e a ricevere Cristo.
I quattro riferimenti sono pesanti, ma tali devono essere considerati.
A conferma, al di là del linguaggio ecclesiastico e con ben più pesante diagnosi, il Concilio Vaticano II, nel decreto sull’ecumenismo (Unitatis redintegratio), afferma al paragrafo 1: «La divisione contraddice apertamente alla volontà di Cristo, è di scandalo al mondo e impedisce la santissima causa della predicazione del Vangelo ad ogni creatura».
Il dettato del decreto conciliare non concede il più piccolo compromesso. È facile capire che il luogo dove esplode l’intollerabilità della Chiesa divisa è la predicazione missionaria . Per non allargare troppo tempi e date si è d’accordo di segnare la data di nascita del movimento ecumenico nel 1910.
A Edimburgo, in occasione dell’Assemblea mondiale delle società missionarie. Testo e contesto del tutto protestanti. Le giovani Chiese – così erano chiamate le comunità cristiane africane e asiatiche nate dall’evangelizzazione delle Chiese europee, dette "Chiese madri" – fecero questa dichiarazione, implorante e dura:
«Voi ci avete inviato i missionari che ci hanno fatto conoscere Gesù Cristo: non possiamo che ringraziarvi. Ma voi ci avete portato anche le vostre distinzioni e le vostre divisioni… Noi vi domandiamo di predicare il Vangelo e di lasciare a Cristo Signore di suscitare Lui stesso, all’interno dei nostri popoli, sotto la sollecitazione del suo Santo Spirito, la Chiesa conforme alla sua esigenza, che sarà la Chiesa di Cristo… libera finalmente di tutti gli "ismi" con cui avete classificato la predicazione del Vangelo in mezzo a noi».
Germano Pattaro