Ap 10,1-11; Sal 17; Gv 14,12-15
“Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni lingue e re“. (Ap 10,11)
Il libro inghiottito da Giovanni, come dice il testo di Apocalisse, prima gli riempie il palato di dolcezza e poi le viscere di amarezza. La dolcezza simboleggia l’annunzio della chiesa vittoriosa, mentre l’amarezza è l’annunzio delle sofferenze che ne colorano la storia. E compito dell’apostolo è di continuare nei secoli a proporre la verità rivelata.
“Chi crede in me – dice Gesù – anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi” perché non si è soli a confrontarsi con la storia e con il Padre dei cieli, ma in comunione col Figlio per rendere gloria al Padre che, a sua volta, non lacia soli i suoi figli, ma ascolta le loro preghiere.
Preghiamo col Salmo
Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra;
mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo.