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Warfare, fare i conti con la malattia della guerra

Il film nasce dai ricordi di una missione del 2006 a Ramadi, in Iraq. Un’insurrezione blocca i militari americani in un’abitazione, che cercano di sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi

di Gabriele LINGIARDI

27 Giugno 2025
Una scena del film Warfare

È veramente difficile consigliare Warfare – Tempo di guerra. Sarebbe come andare sull’attrazione di un parco a tema che più provoca nausea. O come consigliare il cibo meno salutare al ristorante. Spesso però quelle montagne russe sono quelle più adrenaliniche e quei pasti i più gustosi. Warfare è la stessa cosa: un’esperienza cinematografica viscerale, non per tutti (anzi, per nessuno), e immersiva. Alla regia c’è Alex Garland insieme a Ray Mendoza, ex Navy SEAL, oggi consulente di Hollywood per le scene con i militari.

La trama

Una scena del film Warfare

Il film nasce dai ricordi, suoi e dei suoi commilitoni, di una missione svoltasi nel 2006 a Ramadi, in Iraq. Un’insurrezione blocca i militari americani in un’abitazione, circondati da uomini armati cercano di sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi.

L’obiettivo dichiarato dell’opera è riprendere i fatti veri con la maggior fedeltà possibile e, soprattutto, farlo in tempo reale. Tre minuti di attesa, sono veramente tre minuti sullo schermo per un’ora e mezza di film che sembra durare il doppio per quanto è difficile da guardare. La guerriglia scoppia dopo una prima mezz’ora in silenzio, da film muto. A quel punto Mendoza e Garland non fanno sconti.

Si racconta che dopo una proiezione con i veterani una moglie li abbia ringraziati per averle fatto capire, attraverso il film, ciò che il marito aveva vissuto e non riusciva a raccontare.

Che senso ha la violenza?

Warfare fa i conti con lo stress post traumatico. Cerca di provocarlo, in maniera omeopatica, allo spettatore. A seguito dell’esplosione di un ordigno la squadra si ritrova vulnerabile, due di loro hanno le gambe lacerate, gli altri sono contusi e in stato confusionale. Una scena infernale. C’è chi si dissocia, chi piange, chi non riesce a tenere in mano la morfina per quanto trema. Di fronte alla presenza della morte e alle urla dei compagni non c’è addestramento che tenga.

Il film parla dei corpi (non a caso inizia con quelli femminili esibiti) e ciò che fa la guerra su di essi. L’anima cerca di restare attaccata anche quando sono dilaniati. Che senso ha questa violenza? L’unico senso possibile: nessuno. È questo il messaggio: non c’è eroismo in questo film.

Nessuna gloria nelle armi, nessuna giustizia. Solo giovani mandati a morire per conto altrui e un profondo orrore. Da ricordare, in questi giorni folli.

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La scheda del film

Regia di Alex Garland, Ray Mendoza. Con Joseph Quinn, Kit Connor, Will Poulter, Cosmo Jarvis, Noah Centineo.

Genere Guerra, USA, Gran Bretagna, 2025.

Uscita cinema giovedì 21 agosto 2025 distribuito da I Wonder Pictures.

 

Temi: guerra, morte, sofferenza, insensatezza della violenza, desiderio di pace

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