«C’è una ragione profonda e una responsabilità nel fare comunicazione a proposito della Chiesa… I giornalisti hanno cura per le cose, per le notizie verificate, per una professione seria. Sono queste la speranza e la responsabilità di chi comunica. Il giornalismo è una missione». Queste le parole con cui l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, ha presentato Da grande vorrei fare il giornalista (Centro Ambrosiano, 18 pagine, 2 euro), la sua «Lettera agli operatori della comunicazione», diffusa ufficialmente in occasione del recente Giubileo dei comunicatori (leggi qui). Un testo in cui l’Arcivescovo concretizza anche la sua gratitudine «per tutti coloro che lavorano nella comunicazione ecclesiale».
Si tratta di una “guida” ispiratrice per aspiranti ed esperti giornalisti sulla responsabilità etica e sul valore sociale di una comunicazione autentica. Monsignor Delpini si immedesima in un giovane intenzionato a intraprendere la carriera giornalistica, dialogando con vari interlocutori, Ognuno di loro offre al giovane consigli, riflessioni e anche avvertimenti sui valori e sulle difficoltà di questo mestiere. Ne scaturisce una riflessione acuta e profonda sul mestiere del giornalista e dell’operatore della comunicazione.

Dalla necessità di padroneggiare la lingua e di distinguere tra informazione e chiacchiera, all’importanza cruciale dell’etica, della verifica delle fonti e della presenza sul territorio, fino all’invito a raccontare storie di speranza e a servire il bene comune, emerge un quadro ricco di spunti non solo per chi aspira a intraprendere questa professione, ma anche per chi già la esercita.
Monsignor Delpini sottolinea la responsabilità sociale del comunicatore, il valore delle alleanze nel mondo del lavoro, il delicato equilibrio tra mercato e dignità professionale, e l’importanza di un’informazione libera, responsabile e orientata alla verità. Un documento – disponibile in libreria e online – che invita a considerare il giornalismo non solo come una professione, ma come una vera e propria vocazione al servizio della società.
«Voglio esprimere il mio apprezzamento, il mio incoraggiamento e la mia grande stima – scrive l’Arcivescovo nelle pagine conclusive – per chi vive il proprio mestiere di giornalista e di comunicatore come nobile servizio per il bene comune; per chi cerca di rendere più felicemente abitabile la nostra terra; per chi contribuisce a rendere desiderabile vivere in questa società, e non scappare; per chi prova, con impegno e dignità, a dedicarsi al futuro di tutti».




