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L'omelia dell'arcivescovo delpini durante la veglia pasquale. In duomo due catecumeni e 84 in tutta la diocesi hanno ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana

Milano, 3 aprile 2021 – «Alleluja, celebriamo l’alba del primo giorno, l’inizio del tempo nuovo»: così l’arcivescovo Mario Delpini ha aperto l’omelia della Veglia pasquale celebrata oggi alle 18 nel Duomo di Milano – E noi, in questo tempo desolato per troppi morti, per troppo soffrire, professiamo non senza strazio la nostra speranza e innalziamo il nostro cantico tragico e grandioso, con lacrime e insieme con esultanza”.

Durante la Veglia in Duomo hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana due catecumeni (un terzo è stato bloccato in quarantena). In tutta la Diocesi di Milano sono 84 i catecumeni adulti che nelle veglie celebrate in queste ore nelle varie parrocchie sono stati accolti nella comunità cristiana.

«L’alba del primo giorno – ha proseguito mons. Delpini – ha questo di originale: c’è una gioia che abita la terra. La gioia, non per ingenua evasione ma per la promessa dell’invincibile speranza: la morte è stata vinta. Se è stata vinta la morte, quando vi deciderete a vincere la disperazione, la divisione, le diseguaglianze, come se ci fossero buone ragioni per essere nemici, mentre ci sono solo buone ragioni per essere fratelli e sorelle, fratelli tutti, tutti mortali, tutti chiamati a risorgere a vita nuova?».

«Non diventano facili le cose difficili – ha concluso l’Arcivescovo -. Non sono scacciate per sempre la fame, la guerra, l’ingiustizia, dalla faccia della terra. Non sono state per sempre debellate le malattie e le epidemie. Eppure questo è l’inizio della nuova creazione perché un popolo nuovo percorre la terra. Alleluia!».

Testo integrale dell’omelia.

Stefano Femminis
Responsabile Ufficio Comunicazioni sociali
Arcidiocesi di Milano

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