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Continua con esperienza ormai pluridecennale il corso di formazione Arte Fede Cultura proposto ed organizzato dall’Ufficio dei Beni Culturali dell’Arcidiocesi e dall’istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano

Mons. Domenico Sguaitamatti
Ufficio Beni Culturali

arte

Eccoci ad un nuovo e rinnovato appuntamento.  A pieno titolo, il corso ARTE FEDE E CULTURA è tra quelli che possiamo definire “tradizionali”, e dunque “attesi”, nella nostra Diocesi organizzato e curato dall’Ufficio dei Beni Culturali e dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Fedele alla sua ispirazione iniziale, ormai più che decennale, esso fa del “linguaggio del bello”, da sempre, l’approccio metodologico e la ragione di senso delle varie tematiche proposte.

Lungi dall’essere una semplice percorso storico ed artistico o un itinerario puramente estetico, la proposta, pur dentro questi parametri necessari, va oltre per sondare le ragioni teologiche ed antropologiche che sono alla radici dell’espressione artistica propria di ogni periodo e stile. L’interesse spazia oltre l’arte figurativa in senso lato o l’architettura per coinvolgere anche altre espressioni del bello come la musica e la danza per scoprirne inaspettate sinergie. Il confronto tra Occidente e Oriente, il sondare anche altre culture e religioni arricchisce ancora di più la visione globale ed apre ad un respiro davvero universale. Continuando la disanima sulla “figura del Cristo”, quest’anno viene proposto un interessante e ricco viaggio tra i molteplici meandri, affascinanti e tormentati, del “Rinascimento”. Questo il motivo della scelta, come “logo”, dell’immagine della Disputa dell’Eucaristia (o trionfo dell’Eucarestia) di Raffaello conservato nella stanza della Segnatura dei Musei Vaticani e che costituisce uno dei vertici espressivi più alti del pensiero rinascimentale. Chiude il corso un approfondimento, per una maggiore riscoperta e valorizzazione, della figura e della pittura di William Congdon, nel ventennale della sua morte. Un artista contemporaneo che ha avuto il coraggio di confrontarsi col tema del “sacro” con una pittura essenziale nelle forme e nei colori, materica, graffiata e graffiante, voce di un tormento personale, ma eco anche di una umanità alla ricerca di Luce vera e di speranza certa.

Un’esperienza “nel bello” che proponiamo, come sempre agli studenti, ai catechisti, agli operatori pastorali, agli insegnanti di religione e di ogni materia, agli stessi sacerdoti e a tutti coloro che sanno e vogliono lasciarsi sedurre dal “Bello”.

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