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Sono 55 gli alloggi ristrutturati, dalla Diocesi di Milano, con i fondi dell’8 per mille. La copertura finanziaria dell'opera ha richiesto 1,3 milioni di euro.

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Le case si trovano nel quartiere di Niguarda, all’interno di condomini popolari. Misurano dai 40 ai 70 metri quadrati e saranno affittati a canone calmierato.

Trabajo, Techo, Tierra (lavoro, casa e terra). Il Papa pone la dote di questi tre scrigni a fondamento della dignità umana. Lo ha ricordato sia a chi ricopre responsabilità apicali nel mondo (cfr.  discorso all’Onu), sia a chi si affianca alla base (cfr. incontro coi Movimenti popolari).

Non c’è latitudine dove queste istanze non debbano essere riproposte e perseguite.

Anche a Milano, ad esempio.

Il cardinale Angelo Scola – a nome della Chiesa ambrosiana – ha aperto proprio uno di questi portagioie davanti a Francesco, a modo di dono, quando egli ha visitato il capoluogo lombardo nello scorso mese di marzo. Dentro c’erano quattro ideali mazzi di chiavi, corrispondenti ad appartamenti rinnovati che saranno abitati da famiglie bisognose.

Due di loro erano presenti alla S. Messa celebrata dal Pontefice a Monza.

Le case fanno parte di un lotto di 55 alloggi ristrutturati dalla Diocesi di Milano con i fondi dell’8 per mille. La copertura finanziaria dell’opera ha richiesto 1,3 milioni di euro.

La gara per i lavori – indetta dalle Istituzioni, che hanno scelto gli indirizzi tra l’elenco dell’Edilizia residenziale pubblica – se l’è aggiudicata la Fondazione San Carlo, ente specializzo in housing sociale, all’interno di un percorso costruito insieme al Comune di Milano e alla Caritas Ambrosiana.

Le case si trovano nel quartiere di Niguarda, in condomini popolari. Misurano dai 40 ai 70 metri quadrati e saranno affittati a canone calmierato a persone che avranno fatto domanda.

L’intervento, oltre ad offrire una risposta concerta al bisogno di alcuni cittadini, ha evidentemente un valore simbolico in una città come Milano in cui il mercato immobiliare è diventato proibitivo per un numero crescente di persone. I 55 appartamenti, quindi, sono un’ «opera-segno», «un regalo per il Pontefice», come ha sottolineato il cardinale Scola.

Il rione dove insistono le abitazioni in oggetto è una zona esterna della città. Questo offre lo spunto per accennare alla questione delle periferie, per quanto non sempre le une e le altre siano assimilabili.

Sta di fatto, però, che la visita del Papa in terra ambrosiana è iniziata proprio da alcune dimore di periferia, le “Case Bianche” – un complesso di edifici degli anni Settanta – nel quartiere Forlanini. E ciò ha il suo perché.

Il parroco, don Augusto Bonora, ha così commentato l’opzione: “La scelta di una periferia come luogo da cui partire per la visita di Milano è già un messaggio di grande portata, che rivela il cuore del Papa, ma ancor più ci indica un sentiero ecclesiale fondamentale. Non si può arrivare alla realtà di Milano senza passare per una condivisione profonda delle fatiche di chi spesso viene escluso ed emarginato, una solidarietà concreta e fattiva verso i più poveri”.

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