Mille chiese. Stesso giorno. Un solo cuore. Ci siamo dati appuntamento il 29 gennaio 2021 per celebrare simbolicamente insieme la santità adolescente che abbiamo ammirato nel beato Carlo Acutis. All'invito hanno partecipato in tantissimi e tutti hanno vissuto la profonda comunione che lega gli oratori ambrosiani e le persone che vi operano, coordinatori, educatori, volontari, gli stessi ragazzi, adolescenti e preado, tutte le comunità educanti. Una delle Messe degli oratori è stata presieduta dal Vescovo ausiliare di Milano Paolo Martinelli. L'abbiamo celebrata nella chiesa frequentata da Carlo Acutis, nella parrocchia di Santa Maria Segreta a Milano. Nella sua omelia tutto il senso e il significato di questo appuntamento che abbiamo vissuto al termine della Settimana dell'educazione 2021.


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«Signore Gesù, che io possa sempre lasciarmi sorprendere dai tratti della santità adolescente che intravedo nei ragazzi e nelle ragazze che mi affidi»… hanno pregato così, venerdì 29 gennaio, gli educatori di tutta la Diocesi, celebrando l’Eucaristia,  «“Autostrada verso il cielo” e sosta di grazia per continuare a vivere da originale», in questa bellissima Messa degli oratori 2021, bella perché ha potuto cancellare le distanze, in quella comunione che ci unisce così profondamente da essere parte di un’unica grande comunità, pur ritrovandoci in luoghi diversi.

Nel cuore della Settimana dell’educazione, nello stesso giorno, secondo gli orari stabiliti o anche negli orari feriali, la Messa degli oratori 2021 ha unito i nostri oratori ambrosiani. 1000 chiese: un solo cuore!

Simbolicamente abbiamo trasmesso (la diretta è sul canale YouTube Pastorale Giovanile FOM Milano) la celebrazione che si è tenuta dalla chiesa di Santa Maria Segreta, «nella parrocchia di Carlo Acutis, la parrocchia che lui frequentava, la comunità che l’ha aiutato a crescere». «Una gioia che diventa gratitudine», quella espressa da don Stefano Guidi: «Siamo collegati con tutti gli oratori della nostra Diocesi che venerdì 29 gennaio celebrano la Messa degli oratori nella memoria del beato Carlo Acutis (la prima Messa che celebriamo, nella nostra Diocesi, in sua memoria, dopo aver festeggiato la sua beatificazione, il 10 ottobre)».

Dagli altari di molte delle chiese della Diocesi in cui si è celebrata la Messa degli oratori sorrideva l’immagine di Carlo, o si poteva leggere una sua frase: i sacerdoti hanno richiamato, nelle omelie, i tratti di una storia straordinaria, pochi anni di vita ma vissuti pienamente, in una profonda ed essenziale relazione con il Signore, una vera “esistenza eucaristica”. Senza trascurare la normalità delle attività di un adolescente del suo tempo, come i moderni mezzi di comunicazione sociale (di cui era espertissimo), segno della capacità di diffondere i valori cristiani, con gli strumenti a disposizione…  Così, oggi, molte immagini della Messa degli oratori, celebrate nel suo ricordo, sono state condivise con Instagram (cercale con #carloacutis, tantissime le storie dei nostri oratori che abbiamo rilanciato sul nostro profilo), uno dei social più usati dai giovanissimi: mostrano le comunità educanti riunite nella preghiera e nella gioia, nelle proprie chiese, nel rispetto dei protocolli attuali. Così come molte delle celebrazioni sono state trasmesse e rimangono disponibili anche su YouTube (basta cercare Messa degli oratori) o su Facebook, per chi non avesse potuto parteciparvi.

Ma il “segreto” di Carlo è stata l’esperienza dell’amore, che dal Signore Gesù ha testimoniato verso gli altri. «La vita si realizza solo nell’amore, nel dono di sé gratuito, come ha fatto Gesù per noi, come hanno fatto i santi, come ha fatto Carlo; ha amato, per questo la sua è una vita riuscita».

«Si capisce l’esperienza di Carlo Acutis solo se abbiamo nel cuore grandi desideri»… ha suggerito ancora il Vescovo ausiliare, Mons. Paolo Martinelli, nell’omelia (clicca qui) della Messa degli oratori nella parrocchia di Santa Maria Segreta. «La sua santità giovane ci mostra che la storia più bella che possiamo scrivere insieme per il futuro è quella della nostra vocazione. Non c’è storia più entusiasmante che quella della santità».

È il futuro che vogliamo scrivere insieme ai nostri oratori.

«Educare è di chi ha speranza, di chi guarda al domani», anche nelle difficoltà di questi mesi difficili. Ritrovandoci attorno all’Eucaristia («il segno tangibile e concreto dell’amore di Cristo presente, qui e ora», presenza reale di Gesù che «muove i cuori al bene, che ci fa scrivere, immaginare, ci fa desiderare il futuro»), nella celebrazione eucaristica, possiamo comprendere la santità come «una via da percorrere» e un cammino possibile.

«Abbiamo un solo compito, che è il cuore di ogni esperienza educativa: rimanere nel suo amore, rimanere nelle relazioni che ci fanno vivere. Se rimaniamo insieme, se continuiamo a stare nella comunità seguendo il cammino educativo che ci viene proposto, portiamo molto frutto».

Il prossimo appuntamento, in cui ancora una volta gli oratori saranno invitati a ritrovarsi insieme, sarà la prossima «Assemblea degli oratori» che vivremo nella mattinata di sabato 27 febbraio 2021. Ci riuniremo in modalità “a distanza”, ma ancora in comunione fra di noi, così come questa esperienza della Messa degli oratori ha messo in luce, attorno a Colui che apre i nostri occhi allo stupore.
Ci siamo accorti di quanto piccole siano le distanze che ci separano, quando ci accomunano il far parte di un’unica grande comunità, la comune passione educativa e la stessa carità che ci spinge a metterci al servizio delle giovani generazioni.
Così come abbiamo imparato a metterci in ascolto della santità adolescente, in questa Settimana dell’educazione, faremo dell’ascolto di quanti ci sono affidati, ragazzi e ragazze, preado o ado, la cifra di una ripresa che è necessaria, anche ora nelle modalità che ci sono consentite e in vista di una riapertura che dovrà tenere conto di quanto abbiamo potuto sperimentare. Nell’ascolto, troveremo che ogni ragazzo e ogni ragazza nasconde la sua “originalità” che può essere accompagnata solo ponendosi accanto, non da soli, ma come comunità che educa, in una comunione che consiste nel «rimanere nell’amore» del Signore Gesù.

 

 

 

 

 

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