Editoriale del nostro direttore, don Stefano Guidi, che invita ad affrontare con entusiasmo e creatività le nuove fasi del percorso Oratorio 2020 che ci impegneranno da qui fino alla fine dell'anno 2020.

Don Stefano Guidi
Direttore della Fondazione Oratori Milanesi

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Oratori al via

L’Arcivescovo ha chiamato tutti, e gli oratori hanno risposto. La splendida giornata di Bollate ha mostrato l’attuale vitalità degli oratori diocesani che – pur tra speranze e difficoltà – non solo resistono ma: esistono! Gli oratori ci sono, e vogliono cambiare le scarpe, per continuare a crescere. Camminerebbero anche umilmente a piedi nudi, piuttosto che nascondersi in qualche improbabile tana. Gli oratori ci sono, a testa alta!

 


Fase 2 creare e progettare

Siamo pronti ad iniziare la seconda fase del percorso. Si tratterà di lavorare sodo: con la testa e con il cuore innanzitutto. Ma anche con le mani e con i piedi. Il cammino prosegue. In questa fase abbiamo bisogno estremo di inventori. È superato il tempo delle analisi e delle diagnosi. È necessario andare avanti. Dare libera circolazione alle idee, alle intuizioni. Bisogna entrare con coraggio nel tempo della creatività, dell’invenzione. Siamo come lo scriba saggio che attinge dal bagaglio della sua esperienza cose antiche e cose nuove, ma per coltivare la novità del Vangelo per chiunque e dovunque. Non per gestire repliche o fabbricare cloni. Mi rivolgo quindi a tutti gli ottimisti, agli entusiasti, ai creativi, a tutti coloro che vogliono bene all’oratorio di oggi e di domani. Mi annoia ascoltare i nostalgici, nemmeno voglio inquinarmi l’anima con i lamentosi. I profeti di sventura avranno anche ragione. Ma sono persone tristi e infelici: incapaci di stupore. Abbiamo bisogno di dare libera possibilità di espressione agli inventori della pastorale. Inventiamo con coraggio. Abbiamo sufficiente maturità ecclesiale per permetterci anche di sbagliare. Ma che sia per eccesso, non per difetto. Certo: cerchiamo di fare il possibile, in base alle nostre forze, ma non carichiamo l’oratorio con peccati di omissione educativa. Inventiamo, con coraggio ed entusiasmo. Mi ha sorpreso la presenza massiccia di giovani all’Assemblea di Bollate: oltre 500 (cfr. i numeri e le persone dell’Assemblea). Segnale che nei nostri oratori è possibile avere una presenza significativa di giovani. Ma, mi domando: quanto spazio creativo lasciamo ai giovani. Agli adulti presenti negli oratori dico: voi siate un sostegno; siate lì per promuovere la partecipazione giovanile; non per sfogare i vostri hobby personali. Accompagnate i giovani a prendersi responsabilità nella vita e nella comunità e fate loro spazio: tanto spazio! È sapienza intuire quando è il momento di farsi da parte.

 

 

Quali oratori per fare oratorio?

Oratorio2020 si propone di riflettere sui fondamentali spirituali ed educativi dell’oratorio. Nel corso di oltre un secolo, i nostri 1000 oratori si sono arricchiti, svuotati, riempiti, modificati – anche geneticamente forse – al punto che tanti invocano chiarezza sui fondamentali e sulle prospettive. È il momento per ritrovare una grande convergenza, una grande alleanza educativa diocesana per accompagnare i nostri piccoli nella loro crescita. Vorrei tuttavia stanare anche il pur minimo malinteso: che l’operazione di definizione sia un preludio alla chiusura, sia un meccanismo di difesa abilmente camuffato. Dobbiamo riconoscere che – per quanto saprà essere raffinata la riflessione – la vita umana sarà sempre di più. Non esisterà mai nessuna istituzione pastorale capace di intuire e comprendere la vastità della vita umana. Per questo dico anche: chiariamoci le idee ma, disponiamoci soprattutto a lasciarci spiazzare dalla vita. Invito tutti gli oratori a coltivare la virtù spirituale dello stupore educativo. Grazie a questo stupore infatti, gli oratori nel tempo hanno saputo adeguarsi e adattarsi senza tradire se stessi. Hanno saputo intuire i bisogni nuovi offrendo così risposte innovative. Hanno saputo cogliere, dietro ogni bisogno, un desiderio autentico di essere di più, e con l’arma spirituale della fantasia, hanno accompagnato intere generazioni a crescere.

 

 

L’unica vera scommessa

Accogliere lo Straniero è la vera scommessa educativa della nostra vita oggi! Dio è il vero Straniero della nostra esistenza. È il migrante, il pellegrino, il nomade a ciascuno di noi sempre irriducibilmente estraneo. In oratorio apriamo la porta della nostra vita a Colui che rischia di esserne il vero grande Estraneo, e così scopriremo di essere a nostra volta accolti: non siamo più stranieri, né ospiti, ma famigliari e facciamo casa (CV 217) accogliendo il potere di essere figli. Papa Francesco ci ha consegnato una riflessione splendida, carica di emozione e passione, su questa nostra cultura che genera orfani (CV 216). In questo tempo di orfani, l’oratorio non può tirarsi indietro per nessun motivo ma si gioca tutto per fare casa con tutti.

 

 

 

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